Prendiamoci il casolare dove fu trucidato Peppino Impastato.
E’ lo slogan che sarà lanciato il 9 maggio alle commemorazioni dell’assassinio di Peppino Impastato.
L’intento dei promotori è proseguire la lotta per ottenere l’esproprio del casolare già lanciata nel 2013 con una petizione di oltre 60.000 firme che in questi giorni sta già incrementando le adesioni.
Peppino Impastato, per aver denunziato dai microfoni della sua radio le attività della mafia, fu assassinato il 9 maggio del 1978. Gli assassini tentarono di farlo credere un attentatore facendolo saltare sui binari della ferrovia. La caparbietà dei suoi compagni, che trovarono in un vicino casolare una pietra con il suo sangue, fece però affiorare la verità.
Il casolare di contrada Feudo, a Cinisi (PA), dove fu massacrato ed ucciso è stato trasformato in una discarica, il terreno circostante è coperto da letame e lo stato di conservazione dell’edificio è talmente grave che rischia il crollo.
Un piccolo passo era stato fatto lo scorso anno, quando il Presidente della Regione Siciliana Crocetta intervenendo aveva consegnato il provvedimento che metteva il vincolo al casolare. Questo doveva essere il primo atto verso l’esproprio, invece, dopo il vincolo il silenzio. L’unico risultato raggiunto è stato la recinzione e la chiusura del casolare da parte del proprietario alle tantissime persone che si recano a Cinisi per conoscere la storia di Peppino.
“Non abbiamo ancora raggiunto l’obiettivo finale”, dicono i promotori Danilo Sulis (Rete 100 passi) e Giovanni Impastato (fratello di Peppino).
“Riteniamo necessario oggi rilanciare la petizione per raggiungere l’obiettivo iniziale”.
“Il casolare è patrimonio della collettività, per questo lanceremo l’iniziativa PRENDIAMOCI IL CASOLARE il 9 maggio insieme a tutti coloro che negli anni hanno condiviso la storia di Peppino”. “Proseguiremo sino all’esproprio”.
Petizione su: