Pubblicato: Lun, 29 Ago , 2016

Per una vera coscienza civica

Saremo un popolo “campione di solidarietà” soltanto quando costruiremo per diminuire le vittime prossime venture.

 

Anche il Valdarno si è organizzato per dare soccorso alle popolazioni del Centro Italia, Lazio, Marche, Umbria, colpite dal sisma della notte del 24 agosto. Ad oggi sono 290 i morti, 388 i feriti, 2.100 gli sfollati, come migliaia sono i senzatetto, persone che hanno perso tutto: interi paesi si sono letteralmente sbriciolati alla furia della terra, ma probabilmente anche per responsabilità, ancora una volta, da accertare, Amatrice non esiste più. Altre parole accanto ai numeri non servono, sarebbero solo esercizio di retorica.

Occorre dire che questa volta la macchina dei soccorsi ha funzionato meglio, 260 persone sono state estratte vive dalle macerie. La Protezione civile ha fatto il suo dovere invece che chiasso, rumore e nient’altro, come avvenne ad esempio all’Aquila, una delle peggiori vergogne nazionali compreso lo spumante.

12049551_1075109489174068_1367281301403240296_n-300x225I cittadini in questi momenti mostrano il loro volto migliore. Dal Valdarno sono veramente molti che si offrono di andare nei paesi colpiti, o vogliono contribuire con aiuti in denaro o beni di prima necessità. La Consulta Provinciale del Volontariato chiede di non partire se non in modo organizzato e coordinandosi con la Protezione civile nazionale. Anche indumenti e prodotti alimentari è sconsigliato raccoglierli, poiché la spontaneità generosa non sempre può corrispondere alle necessità; è meglio raccogliere fondi che possono essere trasferiti direttamente alle comunità per essere spesi secondo reali bisogni. Il sindaco di San Giovanni Valdarno, Viligiardi, ha convocato una riunione, a cui parteciperanno le organizzazioni del volontariato, per prendere contatto diretto con le comunità dei paesi colpiti e a cui indirizzare i contributi di solidarietà, definendo direttamente con loro le necessità e le priorità degli aiuti; alla provincia aretina verrà assegnato un comune o una zona su cui convogliare gli aiuti.

Le Misericordie di Figline Valdarno, San Giovanni Valdarno e Cavriglia stanno raccogliendo e stanno iniziando a portare generi di prima necessità: coperte, che costituiscono il primo bisogno poiché già in questo periodo in Appennino la temperatura di notte scende anche attorno allo zero, alimenti e altri prodotti utili donati dai cittadini.

Anche singoli personaggi o gruppi politici si dimostrano solidali: i gruppi parlamentari di Camera e Senato di Sinistra italiana hanno devoluto 42.000 euro, 1.000 euro per ciascun eletto, ai volontari della Protezione civile impegnati nei soccorsi. Ma la vera solidarietà, sia della classe politica sia della società civile, si vedrà quando, in un territorio a rischio naturale come il nostro, si inizierà a costruire in sicurezza, quando non sarà l’immediato guadagno ma la sicurezza degli abitanti nel tempo che verrà la priorità assoluta.

E infatti, nelle terre del reatino già si comincia a indagare sul crollo di 115 edifici. E il Procuratore capo di Rieti, Giuseppe Saieva, accusa: “Palazzi con più sabbia che cemento”. I corrispondenti riferiscono di una scuola elementare appena ristrutturata che alle scosse si è ridotta ad un accumulo di macerie, di un campanile restaurato per ben tre volte che è cascato uccidendo una giovane creatura, giacchè è alto il numero delle vittime giovanissime. Danno notizia di palazzine i cui tramezzi erano fatti di sabbia più che di malta, di strutture portanti nelle quali si vedono addirittura polistirolo e retine. Alcuni degli imprenditori, che hanno eseguito i lavori negli edifici sbriciolati e finiti sotto l’occhio indagatore dei magistrati, risultano imparentati con soggetti che sono stati indagati o sono ancora imputati per bancarotta e per altri gravi reati che hanno comportato perfino l’interdizione per sospetti di mafia, sia pure adesso rimossa.

Ecco, dunque: la solidarietà e l’attenzione di media e cittadini, il controllo politico, amministrativo e professionale non siano ancora una volta sterili, ma concreti, non durino fino al momento in cui si inizierà, e speriamo si inizi, a ricostruire; così che poi tutto taccia fino al prossimo disastro.

Il Governatore della Toscana Rossi si è subito fatto sentire. Ha promesso un bando da 22 milioni di euro per la messa in sicurezza sismica degli edifici toscani. Il 20% della somma sarà destinato ai privati, il resto sarà utilizzato per gli edifici pubblici e prioritariamente speso nelle zone a più alto rischio sismico che sono la Garfagnana, l’Appennino, l’Aretino, Cortona e l’Amiata. Ha aggiunto che “negli ultimi trent’anni la Toscana ha speso 161 milioni di euro per interventi di adeguamenti sismici. L’abbiamo fatto fino al 2012, ovvero fino a quando vincoli e lacci del patto di stabilità non si sono fatti stretti, ed è stato più difficile. Abbiamo, dunque, speso 5,2 milioni di euro l’anno e pertanto possiamo dire che i compiti in casa li abbiamo fatti, anche se è una frase che non mi piace molto”.

Fulvio Turtulici

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