Peculato all’Ars, procuratore Agueci: “Indagine complessa”
Girati i fascicoli alla Corte dei Conti per indagare sul danno erariale
Mentre il presidente dell’assemblea regionale Ardizzone si prodiga per dare il giusto segnale collaborazionista, presentandosi spontaneamente in procura al colloquio con i pm Agnello e Demontis, inizia la fiera di giuramenti e spergiuri. Sugli 83 deputati indagati di peculato, l’ex capogruppo pd Cracolici è uno di quelli che non perde tempo per rimediare al danno d’immagine e convoca all’indomani della notifica una conferenza: “Se comprare acqua in 5 anni di legislatura, avere comprato le cialde per la macchinetta del caffè è un reato allora l’ho commesso. Onestamente non potrei dire il contrario perchè non sapevo che fosse un reato, così come fare i necrologi. Siamo dentro un’interpretazione: se i nostri comportamenti siano compatibili con le finalità istituzionali che rappresentiamo o meno. Dico con onestà che se qualcuno di questi è incompatibile e quindi è reato, io mi consegno subito, mi arrendo”. Aggiungendo alle motivazioni: “ piaccia o non piaccia, fino a fine 2012 c’erano regole sulle modalità di utilizzo dei contributi ai gruppi che non imponevano l’obbligo di rendicontazione”. Lombardo ironizza di essere diventato collezionista di avvisi di garanzia, Marrocco, ex capogruppo di Fli, si giustifica di non essersi mai abbonato a Diabolik ma che il fumetto era con il giornale, Ruggirello ex capogruppo Mps, e Gennuso ex deputato assicurano di non aver toccato un centesimo… e così via. Chi è rimasto a guardare la fiera, non si risparmia di approfittarsene per delle frecciate dirette. Compiaciuto di non aver ceduto alle richieste dei partiti di accogliere in giunta i loro deputati, “ oggi –dice- avrei il governo più indagato di Italia”, attacca, come non manca di fare M5s, il lugotenente in Sicilia di Renzi, Davide Faraone: “ Il ministro Cancelleri non aveva commesso nessun reato ma per il Pd doveva essere sbattuta fuori per un profilo etico, dunque la stessa cosa vale per Faraone”. Il responsabile del welfare del Pd, sicuramente chiamato in causa da più parti per la sua posizione in ascesa, pensa anche lui a difendersi a Radio24: “Dovessi essere rinviato a giudizio mi dimetto, mi dimetto anche da uomo. Ma non ci si arriverà perchè sono sicuro di come ho usato i soldi”. Tutti i fascicoli sono stati richiesti dalla Corte dei Conti per accertarsi, oltre l’indagine di peculato già in atto, sui danni erariali. Il procuratore aggiunto coordinatore dell’inchiesta Leonardo Agueci dichiara la difficoltà: “L’indagine è complessa poiché è difficile accertare il reato dato che la zona grigia tra lecito e illecito è ampia”. Nell’intervista rilasciata al Gds specifica che, a differenza di quanto successo nelle altre regioni, si sono rilevati illeciti in tutti i partiti e si legge ancora di come i lavori siano ancora all’inizio : “alcune di queste spese potranno essere giustificate e magari, alla fine, non potranno essere oggetto di una contestazione penale. La legge prevede che al di sotto di una certa soglia la spesa privata compiuta con denaro pubblico non possa costituire peculato”.