Parlamento Europeo, approvato Rapporto Lunacek sui diritti LGBT
In queste ore il Parlamento Europeo ha approvato il Rapporto Lunacek sui diritti LGBT, ampiamente contestato sul web
Il Rapporto dell’austriaca Ulrike Lunacek, rappresentante dei Verdi all’interno del Parlamento Europeo, è stato oggi avallato con la maggioranza dei favori degli Eurodeputati. Il documento promuove una maggiore sensibilizzazione dell’Europa nei confronti dei diritti LGBT, prevedendo che questa rientri nei percorsi formativi all’interno delle scuole, nelle strutture sanitarie e nella prassi giudiziaria. Nel concreto, l’Eurodeputato Lunacek auspica così che i diritti di qualsiasi orientamento sessuale e di genere vengano affermati pienamente in tutti gli Stati membri dell’UE, prevedendo unioni civili tra persone dello stesso sesso, creazione di un documento di identità ad hoc per i transgender, l’abolizione di qualsiasi limitazione dell’identità sessuale o di genere della popolazione europea, repressione ritenuta punibile attraverso sanzioni penali.
Il Rapporto per molti versi ricalca quello presentato dalla Eurodeputata portoghese Edite Estrela sulla sulla salute e i diritti sessuali e riproduttivi dei cittadini europei, interpretato da molti come un provvedimento a favore dell’aborto in qualsiasi circostanza e come tale bocciato, segnando così una vittoria dei partiti di destra. Anche nel caso della proposta Lunacek i gruppi di centro-destra sono insorti, sottoponendo al popolo del web la questione attraverso una petizione che ha raccolto 13 mila voti di condanna nei confronti della Lunacek: secondo la fazione contraria, attraverso questo Rapporto la società europea verrebbe plasmata in funzione di omosessuali e lesbiche, creando una innaturale distorsione a scapito del classico assetto familiare. Il pericolo ventilato è quello di una esaltazione dei diritti LGBT, le cui necessità verrebbero messe in primo piano rispetto alle altre: il voto favorevole del Parlamento Europeo evidenzia quanto queste paure siano esagerate rispetto al reale contenuto del documento che, in realtà, provvede soltanto ad evidenziare quanto i diritti LGBT rientrino nella categoria dei diritti umani in generale.