Pubblicato: Dom, 16 Mar , 2014

Papa Francesco incontrerà familiari vittime di mafia

Venerdì 21 marzo con rappresentanti territoriale dell’associazione Libera. È la prima volta che accade
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Papa Francesco insieme a don Luigi Ciotti

Il Papa incontrerà circa 700 familiari delle vittime delle mafie e pregherà con loro, in una veglia che si terrà nella chiesa romana di San Gregorio VII, vicino San Pietro.

L’incontro avverrà il pomeriggio del 21 marzo, alla vigilia della “Giornata della Memoria delle vittime innocenti delle mafie” promossa come ogni anno da Libera, il cui presidente, don Luigi Ciotti, ha spiegato che «la disponibilità del Papa ad accompagnare i familiari a questo momento carico di dolore ma anche di speranza, è segno di attenzione e sensibilità». È la prima volta che un Pontefice, alla viglia dell’annuale incontro organizzato da don Ciotti, incontrerà e si unirà in dialogo con i familiari delle vittime di mafia. «L’incontro con Papa Francesco – afferma il sacerdote – è per loro un dono».

Davanti al Papa i familiari leggeranno il lungo elenco delle vittime innocenti dei clan, poi Francesco prenderà la parola e la riflessione si alternerà a momenti di silenzio e preghiera.

La manifestazione si tiene ogni anno, di volta in volta, in una città diversa del nostro Paese e quest’anno toccherà a Latina, dove sabato 22, si ritroveranno migliaia di persone provenienti da tutta Italia in un grande e simbolico abbraccio ai familiari delle vittime di ogni mafia. Tutti quanti sfileranno per le vie cittadine per ritrovarsi e ragionare insieme all’interno dei 25 seminari, laboratori e spettacoli sui temi della legalità e dell’impegno civile contro le mafie organizzati da Libera.

Latina non dista poi così tanto da Roma. Da qui l’idea di don Ciotti di chiedere al Papa l’incontro con i familiari delle vittime innocenti di mafia. Non poteva che acconsentire immediatamente volentieri. Tutto è nato a metà gennaio da un incontro a Santa Marta (la casa dove risiede il Santo Padre). A raccontarlo è lo stesso fondatore di Libera: «Francesco ha subito condiviso l’idea di schierare la Chiesa dove la dignità dell’uomo è calpestata». «Sarebbe bello – ha detto ancora don Ciotti – che il 21 marzo diventasse istituzionalmente, per tutti gli italiani, ciò che è per i familiari delle vittime, e cioè il giorno in cui i loro cari, in tante città d’Italia, vengono chiamati per nome, uno a uno, in un appello rivolto alle coscienze di tutti».

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