Omicidio De Mauro, chiesto l’ergastolo per Riina
In primo grado l’imputato era stato assolto
Il procuratore generale Luigi Patronaggio ha chiesto la condanna all’ergastolo e l’isolamento diurno per tre anni per il boss Totò Riina, unico imputato nel processo in Corte di assise di appello per il sequestro e l’omicidio del giornalista del quotidiano “L’Ora” Mauro De Mauro, che scomparve a Palermo il 16 settembre del 1970.
Secondo il pg, il cronista fu eliminato dalla mafia perché aveva scoperto i progetti del golpe Borghese, nonché il coinvolgimento diretto di Cosa nostra nelle trame eversive del “principe nero” Julio Valerio.
Per il delitto De Mauro, Riina era stato assolto in primo grado e oggi, in videoconferenza dal carcere Opera di Milano, ha ribadito di «essere estraneo all’omicidio». «Nel 1969 ero incensurato», ha dichiarato spontaneamente il boss corleonese, ricordando che all’epoca non aveva pendenze con la giustizia, dopo «essere stato arrestato nel 1963 e assolto». All’epoca «non avevo a che fare con la mafia», ha detto ancora Riina.
Il processo, ripreso oggi dopo la ricostituzione del collegio a causa della sostituzione di un giudice popolare per motivi di salute, è stato poi rinviato al 17 dicembre con la parola alle parti civili e alla difesa.
De Mauro fu visto l’ultima volta dalla figlia Franca mentre posteggiava l’auto davanti la propria abitazione, in via delle Magnolie a Palermo. La figlia vide inoltre suo padre, circondato da due o tre persone, risalire in macchina e ripartire senza voltarsi per salutarla. La sera successiva, l’automobile, una Bmw blu notte, venne rinvenuta a qualche chilometro di distanza in via Pietro D’Asaro. Il suo corpo, invece, non è mai stato ritrovato.