Non solo fumo diretto e passivo, di “terza mano”è ancora più nocivo
Una ricerca statunitense mostra gli effetti all’esposizione del pulviscolo cancerogeno depositato sulle superfici
Fumare fa male, anzi uccide, e si sa. Non solo per il fumatore, ma come sappiamo anche per chiunque convivendoci ne inali il fumo passivo, di “seconda mano” come viene definito nelle ricerche americane. Una ricerca della California University rivelerebbe, grazie ad uno studio su topi da laboratorio pubblicato su Plos One, che ad essere nocivo tanto quanto fumare sarebbe respirare il cosiddetto “fumo di terza mano”. Secondo quanto riportato dalla ricerca condotta dalla biologa cellulare Manuela Martins-Green, gli ambienti contaminati dal fumo esporrebbero agli stessi rischi del fumo diretto. Questo perché le particelle microscopiche esalate nella combustione, si andrebbero a depositare sulle superfici, oggetti, mobili, tende, pareti, vestiti che siano, rilasciando nel tempo le sostanze cancerogene con se, che addirittura reagendo con altri inquinanti, presenti per esempio nella polvere, svilupperebbero potenti agenti cancerogeni come le nitrosamine. Inutile sottolineare il pericolo di questo tipo di ambienti sulla vulnerabilità dei bambini.
«Abbiamo testato sui topi gli effetti del fumo di terza mano – spiega la Martins-Green – negli organi interni, scoprendo che ne colpisce diversi, in particolare fegato e polmoni. Inoltre prolunga la rimarginazione delle ferite e aumenta l’iperattività». Non è però la prima ricerca in questo filone di studi dedicato al “fumo di terza mano”, che iniziato circa tre anni fa, aveva già fruttato dei risultati sugli effetti mutageni che provocherebbe. Lo scorso giugno i ricercatori statunitensi del Lawrence Berkeley National Laboratory avevano scoperto che questi stessi residui sono fonte di notevoli danni genetici delle cellule umane, e che una loro esposizione cronica, quindi durevole nel tempo, porterebbe a conseguenze peggiori. «Questo è il primo studio a scoprire che il fumo di terza mano è mutageno – ha spiegato Lara Gundel, coautore dello studio – Le nitrosammine specifiche del tabacco, alcuni dei composti chimici nel fumo di terza mano, sono tra i più potenti agenti cancerogeni che ci sono. Restano sulle superfici, e quando quelle superfici sono vestiti o tappeti, il pericolo per i bambini è particolarmente grave».La genotossicità, caratteristica quindi del pulviscolo precipitato dal fumo, si riterebbe associabile come meccanismo basilare di vari tipi di malattie fra cui lo sviluppo di diversi tipi di cancro.