Pubblicato: Lun, 14 Apr , 2014

Nomine, Delrio: è una rivoluzione culturale

Pronte le nomine per Enel, Finmeccanica, Eni e Poste. Delrio alla minoranza: «E’ giusto discutere, ma non ripetiamo gli stessi errori che abbiamo commesso ai tempi di Prodi e dell’Ulivo»
Graziano Delrio

Graziano Delrio, sottosegretario alla Presienza del Consiglio

Oggi è il giorno delle nomine delle grandi aziende pubbliche, il giorno della «rivoluzione culturale» come l’ha definita il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio portata avanti dal governo Renzi che vuole dare un segnale di rinnovamento «per colmare un ritardo dell’Italia che è di almeno 30 anni». Oggi verranno scelti i vertici di Eni, Enel, Finmeccanica e Poste, nomine in cui verranno promossi in egual misura, donne e uomini. Il sottosegretario Delrio in un’intervista rilasciata a la Repubblica ha dichiarato gli obiettivi che il governo si è posto: «Il desiderio è quello di proporre volti nuovi, ma ciò che cerchiamo di fare non è la rottamazione generazionale. È piuttosto una rivoluzione culturale. Per questo, sì, è vero che puntiamo a promuovere le donne, fino ad arrivare a una sostanziale parità di genere nelle nomine». Quella che sta per iniziare è una settimana impegnativa per Renzi che dovrà affrontare anche il decreto sul taglio dell’Irpef e l’aumento di 80 euro in busta paga da maggio, tutti impegni che non sembrano preoccupare Graziano Delrio: «Taglieremo gli incentivi ai settori improduttivi e faremo anche un intervento sulla sanità. Le Regioni più efficienti – continua Delrio – non hanno nulla da temere dalla spending review. Le altri sì. Con loro useremo il bisturi perché l’inefficienza di qualcuno non può essere pagata da tutti gli italiani».

Non ci sono soltanto calcoli ed economia sul tavolo del premier, anche la legge elettorale e la dichiarata opposizione della minoranza, con il quale il dialogo non sembra però messo in discussione «non è vero che il Pd può fare da solo – afferma il sottosegretario- in questo modo il centrodestra ci consegnò il Porcellum, una norma incostituzionale che abbiamo usato per otto anni. Il dialogo con l’opposizione è indispensabile».

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