Marco Mairaghi nominato amministratore delegato di SEI Toscana
L’ex sindaco di Pontassieve ricoprirà il ruolo fino alla decisione del Prefetto di Siena sul commissariamento della società.
Nonostante la richiesta di commissariamento avanzata dal presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone, sulla quale deve ancora pronunciarsi il prefetto di Siena Armando Gradone, Sei Toscana tenta di forzare la mano. Il Consiglio d’amministrazione della società vincitrice dell’appalto per la gestione dei rifiuti delle province di Siena, Arezzo e Grosseto e travolta dalle inchieste giudiziarie relative proprio alla regolarità dell’appalto, ha nominato Marco Mairaghi amministratore delegato. Rischia di rimanere al suo posto molto poco, se verrà accolta la richiesta di commissariamento, ma tant’è. Sei Toscana, dopo il rinnovo degli organi effettuato non molto tempo fa, adesso completa l’assetto gestionale con l’incarico dato all’ex sindaco di Pontassieve, in provincia di Firenze, per gestire questa delicata fase. Una decisione non del tutto comprensibile, forse frutto di tentativi, non si sa quanto ponderati, di andare avanti.
Mairaghi, che nel novembre scorso è già stato consigliere d’amministrazione di Sei Toscana, ha accettato l’incarico, rinunciando a qualsiasi compenso, dunque svolgerà il compito gratuitamente.
Mairaghi è fiorentino e fino al 2014 è stato sindaco del Comune di Pontassieve. Nel 2012 venne condannato dalla Corte dei conti a risarcire il Comune, insieme a Monica Marini, dal 2014 a sua volta sindaco della cittadina, e ad altre figure istituzionali dell’ente locale, con 251mila euro per aver assunto, dal luglio 2009 all’ottobre 2011, l’ex sindaco di Cerreto Guidi Luca Fanciullacci come direttore generale, nonostante questi non fosse idoneo all’incarico per mancanza dei requisiti di legge, non essendo laureato come avrebbe dovuto per poter ricoprire quell’ufficio.
La Corte nell’atto di condanna ha sottolineato che i responsabili “hanno operato in un quadro di reiterate illegittimità ed illiceità senza alcun riguardo all’ingente spesa per il bilancio comunale, che avrebbe dovuto essere tenuta ben presente anche considerate le ridotte dimensioni dell’ente, tanto che in molti comuni tale figura non è stata mai istituita”. Insomma, non solo l’ufficio è stato assegnato senza i requisiti previsti dalla legge, ma non era neppure necessario.
Fulvio Turtulici