Marchionne: «In Italia la produzione Alfa Romeo»
L’AD di Fiat-Chrysler promette che le nuove Alfa saranno prodotte solo in Italia ma il loro mercato sarà globale. Scettica la FIOM di Landini
Si apre il Salone dell’Auto di Detroit 2014 e dal consueto incontro con la stampa arrivano nuovi dettagli sul piano di rilancio dell’Alfa Romeo. Marchionne, da poco confermato al vertice del gruppo per altri tre anni, ha dichiarato che la rinascita del marchio del “Biscione” passerà da una più stretta collaborazione con Ferrari piuttosto che con Fiat. I nuovi propulsori, annunciati come futuro riferimento della categoria e già pronti alle prossime stringenti norme antinquinamento europee ed americane, saranno prodotti sfruttando il know-how di Maranello mettendo fine all’uso, invero imbarazzante pensando al pedigree del marchio, di motori di derivazione Fiat. Inoltre i futuri pianali saranno sviluppati ad hoc per le nuove Alfa e non più sviluppati da quelli nati per le Fiat.
I modelli sui quali la casa di Arese dovrebbe fondare la sua rinascita verranno prodotti solo ed esclusivamente in Italia, e su questo Marchionne è apparso determinato arrivando a dire «saranno prodotte solo in Italia, almeno finché ci sono io come amministratore delegato». Saranno fabbricate in Italia ma non dobbiamo aspettarci di vedere le nostre strade invase di Alfa come accadeva qualche decennio fa, saranno infatti la Cina e gli Stati Uniti i mercati principali. La decisione di farlo diventare un marchio premium le renderà più appetibili in mercati ricchi e in espansione come quello cinese e americano piuttosto che per quello saturo, e spesso asfittico, europeo.
Al tal fine sarà implementata anche la rete di vendita, se negli USA si potrà contare sulla rete di Chrysler per la Cina è in dirittura d’arrivo un accordo per produrre in loco la Jeep, è probabile che da questo derivino sviluppi anche per il settore della vendita e dell’assistenza, utile per far crescere un, per i cinesi, nuovo marchio come l’Alfa.
Le parole di Marchionne non hanno però rassicurato il leader della FIOM Landini. Per il sindacalista è necessario l’intervento del Governo per assicurare i livelli occupazionali e della produzione in Italia. Non è apparso soltanto preoccupato per la decisione, ormai quasi sicura, di quotare il nuovo gruppo Fiat-Chrysler in America e probabilmente stabilire lì la sede legale ma anche la scelta di produrre in Italia le nuove Alfa ha fatto storcere il naso al sindacato. Secondo Landini «c’è il rischio che in Italia si mettano in discussione occupazione e stabilimenti, parlare infatti solo di produzione di auto di lusso significa che quei volumi non saranno in grado di garantire il permanere degli investimenti».
Decisivi, per la nascita del nuovo gruppo e soprattutto per i piani industriali, saranno il Consiglio Fiat del 29 gennaio e quello del’1 maggio, per quelle date sapremo se le promesse di Marchionne saranno state vane o meno.