Manifestazioni popolari contro il governo Erdogan scuotono la Turchia.
I manifestanti accusano il governo turco di avere la responsabilità politica per la strage dei pacifisti.
La terribile strage avvenuta ad Ankara nella quale sono rimasti uccisi, secondo fonti curde, 128 dimostranti, mentre 500 sono i feriti, durante un corteo in favore della pace, si sta trasformando in un atto d’accusa popolare contro il governo del primo ministro Erdogan. Centinaia di migliaia di uomini e donne manifestano nelle strade e nelle piazze di Ankara, capitale e teatro dell’attentato, e di altre città turche.
Non pare che anche in queste ore tragiche l’esecutivo dimostri lucidità e capacità di risposte politiche adeguate ad una situazione drammatica nell’area colpita dalle continue azioni violente. Nonostante i curdi del PKK abbiano annunciato, responsabilmente, un cessate il fuoco unilaterale fino al 1 novembre, giorno previsto per le elezioni in Turchia, l’esercito turco, sconsideratamente, in modo irresponsabile e mostrando grave e inquietante ottusità, ha effettuato attacchi aerei contro obiettivi del Partito dei lavoratori del Kurdistan, nel sudest della Turchia e nel nord dell’Iraq, uccidendo 49 membri della guerriglia curda.
E tutto ciò nonostante l’attentato sia stato attribuito, anche da fonti istituzionali turche, all’Isi e benché i curdi siano da tempo gli avversari più agguerriti e coerenti del Califfato islamico, nell’area di influenza turca. Non si può dire la stessa cosa dell’esecutivo guidato da Erdogan che ha dimostrato, nell’affrontare la grave emergenza, a lungo ambiguità e indolenze verso il terrorismo islamico, se non, talora, connivenza.
I manifestanti, che in queste ore, dopo l’attentato, sono scesi ad occupare le strade e le piazze turche, considerano Erdogan il responsabile politico della strage. “Erdogan assassino” e “Stato assassino” scandiscono le folle e “conosciamo i colpevoli”.
Momenti di tensione si registrano tra dimostranti e polizia, che ha impedito con lacrimogeni e cariche la deposizione di garofani nel punto in cui i due kamikaze hanno attaccato il corteo dei pacifisti con il loro carico di morte. La pretestuosa motivazione ufficiale per il, in verità, inspiegabile operato poliziesco è che il luogo si troverebbe a disposizione delle forze dell’ordine per le indagini.
Anche ad Istanbul sono migliaia le persone che spontaneamente sono scese sulle strade e manifestano contro il governo di Erdogan.
Pure il papa ha espresso “grande dolore” per “la terribile strage di Ankara”. Dolore per le vittime e “dolore perché gli attentatori hanno colpito persone inermi che manifestavano per la pace”.