Pubblicato: mar, 13 Ott , 2015

Manifestazioni popolari contro il governo Erdogan scuotono la Turchia.

I manifestanti accusano il governo turco di avere la responsabilità politica per la strage dei pacifisti.

Ankara-bombaLa terribile strage avvenuta ad Ankara nella quale sono rimasti uccisi, secondo fonti curde, 128 dimostranti, mentre 500 sono i feriti, durante un corteo in favore della pace, si sta trasformando in un atto d’accusa popolare contro il governo del primo ministro Erdogan. Centinaia di migliaia di uomini e donne manifestano nelle strade e nelle piazze di Ankara, capitale e teatro dell’attentato, e di altre città turche.

Non pare che anche in queste ore tragiche l’esecutivo dimostri lucidità e capacità di risposte politiche adeguate ad una situazione drammatica nell’area colpita dalle continue azioni violente. Nonostante i curdi del PKK abbiano annunciato, responsabilmente, un cessate il fuoco unilaterale fino al 1 novembre, giorno previsto per le elezioni in Turchia, l’esercito turco, sconsideratamente, in modo irresponsabile e mostrando grave e inquietante ottusità, ha effettuato attacchi aerei contro obiettivi del Partito dei lavoratori del Kurdistan, nel sudest della Turchia e nel nord dell’Iraq, uccidendo 49 membri della guerriglia curda.

E tutto ciò nonostante l’attentato sia stato attribuito, anche da fonti istituzionali turche, all’Isi e benché i curdi siano da tempo gli avversari più agguerriti e coerenti del Califfato islamico, nell’area di influenza turca. Non si può dire la stessa cosa dell’esecutivo guidato da Erdogan che ha dimostrato, nell’affrontare la grave emergenza, a lungo ambiguità e indolenze verso il terrorismo islamico, se non, talora, connivenza.

I manifestanti, che in queste ore, dopo l’attentato, sono scesi ad occupare le strade e le piazze turche, considerano Erdogan il responsabile politico della strage. “Erdogan assassino” e “Stato assassino” scandiscono le folle e “conosciamo i colpevoli”.

Momenti di tensione si registrano tra dimostranti e polizia, che ha impedito con lacrimogeni e cariche la deposizione di garofani nel punto in cui i due kamikaze hanno attaccato il corteo dei pacifisti con il loro carico di morte. La pretestuosa motivazione ufficiale per il, in verità, inspiegabile operato poliziesco è che il luogo si troverebbe a disposizione delle forze dell’ordine per le indagini.

Anche ad Istanbul sono migliaia le persone che spontaneamente sono scese sulle strade e manifestano contro il governo di Erdogan.

Pure il papa ha espresso “grande dolore” per “la terribile strage di Ankara”. Dolore per le vittime e “dolore perché gli attentatori hanno colpito persone inermi che manifestavano per la pace”.

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