Mafie in Toscana e politica silente Così si perde la dignità
di Filippo Torrigiani
Mentre la politica che governa la Regione e buona parte dei comuni toscani è impegnata nella privatizzazione dei beni essenziali come l’acqua ed una parte dei media dedicano il loro tempo alle informazioni meteo – perché in questi giorni sembra che sia arrivato il gelo – mafie e associazioni malavitose perseverano nell’attuazione delle loro condotte criminali. E’ di pochi giorni fa la notizia passata un po’ sordina del sequestro, per mano delle Autorità, di 180 kg di sostanza stupefacenti in quel di Livorno. Si tratta, in ordine meramente temporale, dell’ultima e certamente importante operazione di repressione attuata dalle FF.OO nei confronti delle associazioni malavitose che tuttavia, come del resto in troppe occasioni, non è accompagnata da una riflessione di carattere politico di ciò che sta avvenendo in Toscana.
Temi come quello che riguardano la criminalità continuano, purtroppo, ad essere fuori dall’agenda della politica eppure, di questioni da prendere di petto, ce ne sono eccome: caporalato, riciclaggio di denaro, droghe etc. e tuttavia come accaduto per gli sversamenti di tonnellate di veleni derivati dal Keu, il silenzio del contesto politico continua ad asfissiare la quotidianità insinuando, nella pubblica opinione, dubbi e paure.
Ad un fenomeno organizzativo di stampo delinquenziale sempre più dinamico che si espande in maniera subdola ma estremamente efficace, anche a causa delle accertate connivenze così come si apprende dai rapporti dell’antimafia si protrae, parimenti, una effettiva e altrettanto deprecabile assenza di un dibattito politico. La pervasività malavitosa che non da ora, sia chiaro, sta aggredendo i territori e con essi l’economia e il futuro della nostra terra sembra essere argomento tabù: troppe volte, infatti, la frase più in pronunciata (e abusata) da politici e dirigenti è << abbiamo fiducia negli inquirenti e nella magistratura >> . Un po’ poco davvero.
Non si tratta più di percezioni, ma di crude realtà: una serie interminabile di cortocircuiti stanno sgretolando quello che una volta rappresentava un vanto ed era riconosciuto come un insieme di buon governo della Toscana. Dalla sanità pubblica che non funziona sempre più indirizzata verso le strutture private, alle questioni energetiche con la scelta assolutamente inopportuna del rigassificatore a Piombino e la lista è lunga, la politica nostrana è totalmente assorbita da faccende che riguardano più la propria esistenza che i problemi delle persone: soprattutto in questa fase è palese l’impegno dei dirigenti politici nei congressi dei partiti, molto meno invece sulle questioni in narrazione. Probabilmente se la stessa l’energia profusa in cerimonie, tagli di nastri e selfie fosse impegnata almeno su alcuni di questi temi che, come detto, non hanno l’attenzione che meritano, qualche problema potrebbe essere risolto. Perché alla fine, a pagare il conto oltre ai cittadini sarà la classe politica che oltre alla credibilità già segnatamente indebolita, perderà anche la dignità.