Mafia, Riina jr da giovedì tornerà ad essere un uomo libero
Il figlio del boss annuncia: «Se dovessi ricevere delle offerte di lavoro altrove valuterò, ma ormai Padova è la mia città»
Dal 20 febbraio il 37enne Giuseppe Salvatore Riina, dopo aver già scontato una condanna a 8 anni di reclusione per associazione mafiosa, sarà nuovamente un uomo libero. Il terzogenito del boss di Cosa nostra, detto Salvuccio, ha annunciato che almeno per il momento non farà ritorno nella natia Corleone, ma rimarrà a Padova, dove sta finendo di scontare la misura di prevenzione. «Non ho motivo di andarmene», ha detto.
Intervistato dal quotidiano locale “Il Corriere del Veneto”, ha aggiunto: «Se in futuro dovessi ricevere delle offerte di lavoro che comportino la necessità di spostarmi altrove le valuterò, ma ormai questa è la mia città».
Pur essendo sottoposto a rigide limitazioni negli spostamenti, dal 2001 Riina jr ha lavorato a Padova per la comunità “Noi famiglie contro l’emarginazione”: una Onlus che si occupa delle persone in difficoltà (in particolare con problemi di tossicodipendenza), per la quale ha svolto principalmente mansioni di segreteria.
La sua presenza in terra veneta aveva fatto scoppiare negli anni scorsi forti contestazioni, soprattutto da parte della Lega Nord che aveva anche organizzato in Prato della Valle una raccolta firme per cacciarlo dalla città. E chissà che adesso non si riaccendano le polemiche politiche intorno alla presenza del figlio del “capo dei capi”, visto che Padova si prepara all’elezione del nuovo sindaco. «Lui si è sempre comportato correttamente, rispettando alla lettera tutte le restrizioni», assicura l’avvocato di Salvuccio Riina, Francesca Casarotto. «Ha pagato il suo conto con la giustizia, dimostrando di essere una persona rispettosa delle leggi, che si merita l’occasione di ricominciare, come chiunque altro».