Mafia, Alfano: «Non escludiamo ripresa strategia stragista»
Rafforzate le misure di sicurezza per i pm che indagano sulla trattativa. Assegnato a Di Matteo il bomb jammer
«Ho voluto organizzare a Palermo il Comitato per manifestare tutta la vicinanza dello Stato nei confronti dei magistrati che sono stati oggetto di minacce insidiose. Siamo qui per dire che ogni attentato, ogni sfida ai magistrati, è una sfida allo Stato». Lo ha detto il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, incontrando i giornalisti al termine della riunione del Comitato nazionale per l’Ordine e la Sicurezza pubblica, svoltasi questo pomeriggio nella Prefettura del capoluogo siciliano alla luce delle continue minacce rivolte ai magistrati che indagano sulla trattativa Stato-mafia.
Al vertice hanno preso parte il Capo della Polizia Alessandro Pansa, il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Leonardo Gallitelli e il comandante generale della Guardia di Finanza Saverio Capolupo. Presenti, tra gli altri, i vertici della Procura di Palermo e Caltanissetta Francesco Messineo, Sergio Lari e il procuratore aggiunto a Palermo Vittorio Teresi e i sostituti Nino Di Matteo, Francesco Del Bene e Roberto Tartaglia.
Alfano non esclude che, dopo questi anni di silenzio dal punto di vista dei grandi delitti eccellenti, ci sia la possibilità che insorgano «nuove tentazioni stragiste». Per questo motivo si dice «pronto ad ogni intervento di prevenzione e repressione da parte dello Stato, in difesa dei magistrati di Palermo oggetto di minacce».
«Il nostro è un grande Paese in grado di contrastare Cosa nostra e il suo tentativo di riorganizzarsi. Lo Stato non ha paura della mafia ed è più forte di chi lo vuole combattere».
In riferimento ai magistrati che coordinano l’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia, il vicepremier ha rivelato di aver «deciso un ulteriore rafforzamento dei dispositivi di sicurezza personale dei magistrati esposti e messo a loro disposizione ogni risorsa necessaria». In particolare, per il pm Antonino Di Matteo è stato finalmente reso disponibile il bomb jammer (così come chiesto il 14 ottobre dal vicepresidente della Camera Luigi Di Maio). Il bomb jammer è un dispositivo in uso alle truppe impegnate in zone di guerra, in grado di neutralizzare eventuali bombe nelle vicinanze.
«Noi abbiamo messo a disposizione dei magistrati di Palermo ogni cosa che risulti necessaria – ha concluso Alfano –. Non badiamo a dispiegamento di mezzi e uomini perché facciamo tutto quello che è necessario fare. La nostra venuta qui non ha un connotato solo simbolico ma pratico, c’è stato un allarme sicurezza a cui noi rispondiamo rafforzando ogni dispositivo di sicurezza».