M5S tra epurati, sospesi e qualche piccola soddisfazione
L’espulsione di quattro senatori, dopo una consultazione sul web, ha innescato polemiche interne al MoVimento. Pizzarotti ” Spaccature che ci indeboliscono” Di Battista ” Erano zavorre”. Dopo i disordini sul decreto Imu-Bankitalia sospesi ventidue grillini ma ora la UE vuole vederci chiaro sul provvedimento pro banche.
Sabotatori delle iniziative in Senato del MoVimento 5 Stelle e per giunta sfiduciati dal loro territorio. Queste in estrema sintesi le motivazioni che hanno convinto 29883 dei 43368 aventi diritto a partecipare alla consultazione on line sul blog di Beppe Grillo, a decidere l’espulsione dei senatori Luis Alberto Orellana, Francesco Campanella, Fabrizio Bocchino e Lorenzo Battista. I quattro si aggiungono ai senatori già espulsi della prima ora Gambaro e Mastrangeli ma a differenza dei primi due, espulsi da circa 15mila voti, questa volta la base aderito in maniera più corposa alla decisione. «Grillo vale più degli altri e poi uno vale l’altro. (Per lui) siamo solo delle pedine da manovrare» commenta amareggiato Orellana che ora passerà al gruppo misto nell’attesa che il Senato decida se accettare o meno le sue dimissioni. Percorso analogo anche per Campanella: «Abbiamo detto agli elettori che avremmo fatto politica in Parlamento, invece ci siamo ritrovati con qualcuno che dava indicazioni in modo non trasparente». Il meetup di Palermo, città dove Campanella vive, ha pubblicato ieri una nota dove prende le distanze da Bocchino e dallo stesso Campanella scrivendo che i due Senatori «si sono posti al di fuori delle logiche e dei principi del M5S. Tra le rivendicazioni più insistenti dei due senatori, vi è senz’altro la necessità da parte del M5S di doversi aprire all’accordo con altre forze politiche». Il fondatore del meetup palermitano Francesco Menallo ha invece difeso i due ormai ex grillini sostenendo che il documento sarebbe stato firmato da una minoranza (consistente) del gruppo aprendo così ad un’ipotesi di scissione.
Il caos nel MoVimento per queste ultime esplusioni è lampante. Anche Federico Pizzarotti, il primo sindaco grillino di una grande città eletto a Parma, si è dimostrato contrario: «Dateci elementi sulle colpe dei quattro senatori espulsi; convincetemi su quest’azione così forte e che non concede appello, perché io non l’ho capita. Non ho capito che cosa è stato commesso, e se ciò che è stato commesso riguarda la violazione precisa del vostro regolamento – scrive in una nota pubblicata su Facebook – Ieri è stata una giornata che mi ha lasciato con l’amaro in bocca, e sapendo che i problemi degli italiani sono altri, perdere tempo in spaccature e dissidi interni ci indebolisce e delude tante persone che ci sono vicine».
Ma a lasciare il gruppo parlamentare non dovrebbero essere solo in quattro. Anche altri deputati e senatori eletti nel M5S si preparano ad uscire. Come il deputato Alessio Romani od il senatore Maurizio Romani che ha annunciato le dimissioni. Insieme a lui, dice Orellana, ci sarebbero altri nove senatori pronti a lasciare. Difficile che Palazzo Madama accetti questa pioggia di dimissioni, lasciando una decina di ex grillini nel gruppo Misto con la possibilità di creare un gruppo al Senato autonomo è più dialogante con gli altri partiti.
A difendere la scelta è intervenuto Alessandro Di Battista «Ogni qual volta avevamo un successo da comunicare usciva, sistematicamente una dichiarazione di uno dei 4 pronta a coprire il messaggio del gruppo. Ogni qual volta serviva lanciarsi e buttare il cuore al di là dell’ostacolo c’era sempre uno dei 4 che si trasformava in “zavorra professionale”, una zavorra che puntava all’immobilismo». Dal MoVimento si dicono certi che queste espulsioni garantiranno una maggiore coesione e velocità.
Di Battista tra l’altro è fresco di sospensione per 25 giorni da parlamentare per aver bloccato lo scorso 30 gennaio i lavori della I Commissione, all’epoca impegnata nella formulazione dell’ Italicum, e per aver impedito a Speranza (Pd) di fare una dichiarazione in sala stampa. Ma quella di Di Battista non è l’unica sospensione decisa dalla Presidenza della Camera. Per gli scontri che ci sono stati in aula dopo la votazione sul decreto Imu-Bankitalia, approvato dopo la decisione della Presidente Boldrini di applicare la cosidetta “tagliola”, sono stati sospesi 24 deputati, di cui 22 di 5 Stelle, 1 di Scelta Civica ( il questore D’ambruoso che diede una manata alla Lupo) e 1 di Fratelli d’ Italia. Ma le proteste per quel decreto che riuniva il mancato pagamento dell’ Imu con un’ operazione che finanziava per 7,5 miliardi le banche private tramite una cessione delle quote che queste ultime detengono su Bankitalia. Ora la Ue vuole vederci chiaro su questo provvedimento che secondo alcuni ha tutta l’aria di un vero e proprio aiuto di Stato agli istituti bancari in vista degli esami di qualità a cui verranno sottoposti dalla BCE e dalla European Banking Authority. Bruxelles ha inviato una lettera al Ministero dell’Economia per avere chiarimenti. Un segnale che quelle proteste non erano poi così infondate.