Louis Vuitton lascia la Piazza Rossa
L’installazione è stata rimossa dopo le proteste di cittadini e politici russi
E’ rimasto solo per qualche giorno il gigantesco baule Louis Vuitton posizionato al centro della Piazza Rossa di Mosca, a pochi passi dal mausoleo che ospita il corpo imbalsamato di Lenin. Il baule, 9 metri di altezza per 30 di lunghezza, seppur decorato con una bandiera russa ha scatenato le proteste dei moscoviti e dei politici che hanno trovato risposta nell’ordine di rimozione fatto pervenire il 27 novembre dall’ufficio di presidenza della Russia. Il baule era stato allestito per ospitare un padiglione all’interno del quale sarebbe stata allestita una mostra celebrativa dei 120 anni degli storici magazzini GUM che si affacciano sulla Piazza Rossa. Gli organizzatori hanno ammesso che la struttura supera i limiti consentiti e spiegano come in seguito alle proteste di alcuni deputati russi abbiano «informato i rappresentanti russi di Louis Vuitton della necessita’ di smantellare immediatamente il padiglione» sebbene ci tengano a precisare che erano in possesso di tutte le autorizzazione per quanto riguarda l’utilizzo degli spazi pubblici, avendo chiesto il permesso agli organi federali.
A partire dal 2 diembre il baule avrebbe dovuto ospitare una mostra temporanea, dal titolo “L’anima del viaggiatore”, sulla storia dei bagagli prodotti da Louis Vuitton, ospitando anche anche le valigie dell leader sovietico Gorbaciov ed alcune appartenute allo zar Nicola II tra il XX e il XXI secolo. Un esposizione a scopo benefico, il cui ricavato sarebbe stato destinato alla fondazione ‘Naked Heart’, presieduta da Natalia Vodianova che propone di spostare il baule a Gorky Park.
Dopo due giorni di critiche, il baule definito come un «sacrilegio» da alcuni politici russi sta per essere smantellato dagli organizzatori per riconsegnare alla Piazza Rossa «l’albero di Natale, la pista di ghiaccio per i bambini, Nonno Gelo e Biancaneve, non un baule di un marchio straniero», il giusto arredo natalizio della piazza simbolo della Russia, secondo il leader nazionalista Vladimir Zhirinovski.