Lo Spazio Schengen si apre alla sanità
Entrata in vigore la direttiva transfrontaliera sulla salute, che permette ai cittadini europei di farsi curare in qualsiasi paese membro dell’UE
Da oggi ogni cittadino comunitario potrà godere del diritto di provvedere alla propria salute in modo ottimale scegliendo il paese membro dell’UE in cui farsi curare: questo è ciò che sancisce la direttiva 2011/24/UE concernente l’applicazione dei diritti dei pazienti relativi all’assistenza sanitaria transfrontaliera. La direttiva è volta a strutturare una necessità ormai pressante, in quanto i sistemi sanitari nazionali vanno inevitabilmente incontro ad una progressiva interdipendenza dovuta alla mobilità dei lavoratori sanitari e soprattutto dei cittadini europei, fattore che ha determinato l’impellenza di un coordinamento sanitario comunitario.
L’Unione da oggi garantisce ai cittadini europei di ottenere cure di qualità, supportando il processo decisionale che li porterà a scegliere l’estero rispetto alla propria nazione: la decisione di sottoporsi ad un diverso sistema sanitario, infatti, deve basarsi su dei criteri concreti ed idonei. La direttiva prevede inoltre che gli Stati di appartenenza rimborsino le spese di chi decide di usufruire dell’assistenza sanitaria all’estero, ulteriore motivo secondo cui la decisione del paziente deve essere più che giustificata.
Tuttavia questa nuova normativa potrebbe creare problemi ai sistemi sanitari nazionali, l’apertura delle frontiere al settore medico potrebbe dare vita a fenomeni di concorrenza tra le strutture, così come accade nell’ambito del mercato unico. Questa obiezione è già stata avanzata dalla Polonia, dove il Governo ipotizza il rischio che i cittadini si rivolgano alle strutture sanitarie della Repubblica Ceca, più economiche rispetto a quelle del proprio Paese, costringendo così la Nazione a rimborsare le spese, assistere ad una contemporanea riduzione delle entrate della sanità nazionale e provocare il sovraffollamento nel Paese confinante, a scapito della popolazione del luogo.
La misura rende dunque necessaria una precisa regolamentazione ma rimane comunque un grande traguardo, in particolare per i cittadini già residenti all’estero, che vedono così ridotti i vincoli burocratici di accesso alla sanità.