Letta va a Sochi nonostante il boicottaggio
Il premier italiano sarà uno dei pochi capi di governo occidentali presenti all’inaugurazione delle Olimpiadi. Assenti Obama, Cameron, Merkel e Hollande
Enrico Letta sarà uno dei pochi leader occidentali a non disertare la cerimonia inaugurale delle Olimpiadi invernali di Sochi.
L’evento, che si terrà nella città caucasica il 7 febbraio, ha già visto molti capi di Stato e Governo rinunciare alla presenza per protestare contro le leggi omofobe e le continue violazioni dei diritti civili nella Russia di Putin. Non solo Unione Europea, Stati Uniti e Gran Bretagna, ma anche la Germania, storico partner commerciale della Russia sarà rappresentata solamente dal ministro degli Interni, con delega allo sport, Thomas de Maiziere.
La decisione di Letta, confermata da fonti russe ma non ancora da quelle italiane, ha scatenato le proteste in Italia. Ivan Scalfarotto, deputato PD e attivista gay, ha definito laconicamente su Twitter la scelta del Governo «un errore». Più accalorato il commento di Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia: «Il nostro Paese, si renderà silenziosamente complice di un evento organizzato puramente per fare da vetrina al potere liberticida, xenofobo e omofobo del presidente russo».
Le Olimpiadi di Sochi si avviano ad essere le più controverse di sempre: non solo la polemica sulle leggi omofobe ma anche i rischi legati alla sicurezza e gli altissimi costi. Sochi è a pochi chilometri dal fronte ceceno e nei giorni passati sono stati diversi gli attentati di matrice islamica e cecena nella vicina Vologograd e per garantire la sicurezza dei Giochi è stato mobilitato un esercito di circa 100mila uomini e la zona letteralmente isolata e blindata. Fuori dal normale anche i costi: tra i 40 e i 60 miliardi di dollari. I soldi sono stati spesi per lo più in infrastrutture costruite in tutta la regione, tra queste di segnalano gli 8 miliardi per il collegamento stradale e ferroviario tra il villaggio olimpico e la vicina Krasnaya Poliana, sede di alcune gare oppure il miliardo e mezzo per il madia center che ospiterà le tv e i giornali. I costi spropositati e l’esiguo numero di appaltatori, tutti vicini a Putin, fa sorgere più di un sospetto che queste rischiano di essere anche le Olimpiadi più corrotte di sempre.