Legge di Stabilità, per la “Triplice” sarà sciopero nazionale
Cgil, Cisl e Uil proclamano 4 ore di sciopero nazionale articolate a livello territoriale
La legge di Stabilità 2014 non piace proprio ai tre più grandi sindacati italiani. E la conferma di ciò è arrivata ieri con la decisione di proclamare 4 ore di sciopero nazionale articolate a livello territoriale. La risposta di Cgil, Cisl e Uil è stata sì decisa, ma non estrema nella sua forma di mobilitazione. Infatti, non si è deciso per il classico sciopero nazionale bensì per una forma di mobilitazione meno eclatante, che comunque coinvolgerà tutte le categorie e che sarà articolata a livello territoriale da oggi fino alla metà di novembre. Oggi, intanto, è arrivata al Senato il testo della legge licenziato dal Governo.
Nonostante le possibili aperture per la modifica dell’impianto complessivo, la cifra della legge di Stabilità non convince però la “Triplice” che chiede un chiaro cambio di rotta. Una legge che “non determina il cambiamento necessario: il Paese rischia di perdere un’altra volta. Continuiamo ad essere il solo paese in recessione e, soprattutto, continuiamo a perdere il lavoro”. Così si è espressa il Segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, che poi ha aggiunto “non è distinguere tra vincitori e vinti ma come far vincere il Paese. E’ chiaro che, se dopo annunci e promesse, la legge di Stabilità è stata confezionata in questo modo, non c’è sufficiente consapevolezza da parte del governo che bisogna cambiare passo”, a partire dal cambiare i termini della politica economica.
La Camusso ha anche ribadito la necessità di una riduzione fiscale per i lavoratori e per i pensionati, una misura che potrebbe essere realizzata anche a saldi invariati recuperando risorse da una revisione della tassazione sulle rendite finanziarie, e operando per questa via un’operazione di redistribuzione fiscale. Accanto all’attività di mobilitazione Cgil, Cisl e Uil faranno pressione sul Parlamento e sulle forze politiche affinché vengano introdotte quelle modifiche, a loro giudizio, necessarie durante l’iter parlamentare di quella che una volta era la legge Finanziaria. Una strategia che prevede, nelle intenzioni dei tre leader sindacali, una prima verifica a metà novembre quando le tre confederazioni riuniranno i loro organismi unitari per valutare i risultati ottenuti.
“Il dente duole sulla vicenda fiscale”. Questo è quanto dichiarato dal Segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, che poi si è soffermato sul fisco italiano “una questione, quella fiscale, che ha ridotto al lumicino il reddito delle famiglie e falcidiato i posti di lavoro. Questo è il punto che noi confederali abbiamo posto da tempo insieme agli industriali quale priorità per la crescita del Paese”. Per Bonanni il tema della diminuzione della tassazione su lavoratori e pensionati è cruciale “avevamo davvero fiducia che questa volta ci sarebbe stata una diminuzione della tassazione su lavoratori e pensionati. Credevamo che il Governo avesse capito che questa era la priorità, anche perché questo tema è stato al centro di tutto il dibattito economico nazionale”. Inoltre, non è mancato un riferimento allo strapotere del peso fiscale sull’economia del Paese “le troppe tasse stanno rarefacendo la nostra realtà economica. A noi questo sembrava fosse un fatto acclarato, e ci sembrava che fosse volontà del governo affrontare la questione. Così non è stato, il governo ha fatto vincere quel potere che da tempo influenza le finanziarie del Paese, il partito della spesa pubblica il vero gruppo che blocca la possibilità di crescita”.