Le zone di pesca nel Mediterraneo: il caso Mazzara del Vallo
Il caso dei pescatori di Mazara del Vallo è un caso di confini territoriali che devono essere rispettati fra Stati che si affacciano nel Mediterraneo e che interessa anche i pescatori dell’altra isola italiana ovvero la Sardegna.
Strettamente connessa alla questione dei confini territoriali è quella dei diritti di pesca. Sia i confini che i diritti devono essere regolamentati per evitare forme di sfruttamento eccessivo delle risorse ittiche. Esiste per questo un Diritto Internazionale delle Acque Territoriali che stabilisce quanto segue:
“L’Alto Mare è aperto a tutti gli Stati, sia costieri che interni, che possono esercitarvi con l’unico limite di non intaccare la libertà degli altri Stati e di tenere nel dovuto conto i diritti connessi allo sfruttamento dell’area internazionale dei fondali marini, le attività di navigazione, sorvolo, posa di cavi, costruzione di isole artificiali, pesca, ricerca scientifica”. Precisato questo, chi è che si deve occupare di far rispettare i diritti legati a tali questioni? La Commissione Generale della Pesca del Mediterraneo.
Nata nel 1949 i suoi compiti sono:
● Tenere sotto controllo lo stato delle risorse, inclusa abbondanza e sfruttamento
● Regolamentazione dei metodi e attrezzi da pesca
● Adozione di chiusure e aperture spazio-temporali
Quest’ultimo punto rappresenta il nodo cruciale della questione che ha visto i pescatori di Mazara del Vallo vittime di un abuso di acque territoriali, abuso che si sta perpetrando anche ai danni dei pescatori sardi. Già da diverso tempo infatti pescherecci battenti bandiera nord africana, vedi Libia, stanno invadendo indisturbati le acque territoriali italiane. La domanda successiva è: Questi paesi stanno rispettando le quote di pesca? La risposta è presto data, no!
Naturalmente nel caso di pesca in acque territoriali, la cui estensione è generalmente limitata alle 12 miglia nautiche, si è in presenza di diritti sovrani che ciascuno stato esercita in materia di gestione e che consentono di impedire a flotte straniere o a chi non possiede determinati requisiti previsti dalle norme, di accedere alle risorse. Tutto questo chiarisce cosa sia successo nel caso dei pescatori siciliani e cosa stia
succedendo ai pescatori sardi. Dobbiamo aspettare un altro sequestro di persone?