L’Aquila, in dodicimila per ricordare le vittime del sisma
A cinque anni dalla tragedia si ricordano anche i 1500 feriti, i 70mila sfollati e si spera nella ricostruzione
Alle 23 di ieri sera partiva da via XX Settembre, nei pressi del vecchio tribunale dell’Aquila, la fiaccolata celebrativa per ricordare il devastante terremoto del 6 aprile 2009 e i suoi caduti.
Sono passati esattamente cinque anni e i Comitati dei familiari delle vittime, con l’aiuto della Protezione Civile della Regione Abruzzo e delle associazioni di volontariato, hanno voluto organizzare questo evento in onore dei loro cari per non dimenticare quanto accaduto. In un clima di profondo silenzio e rispetto sono state distribuite fiaccole ai dodicimila partecipanti, all’arrivo a piazza Duomo la lettura dei 309 nomi delle vittime è stato accompagnato da grandi momenti di commozione cosi come la sosta davanti ciò che resta della Casa dello studente che col suo crollo causò la morte di otto giovani.
Mezzora dopo la mezzanotte, durante la messa svoltasi nella Chiesa delle Anime Sante, luogo simbolo del disastro, l’arcivescovo dell’ Aquila, Giuseppe Petrocchi, ha spiegato come la ricostruzione dell’Aquila debba essere soprattutto un’impresa spirituale e come i parenti delle vittime abbiano diritto alla sofferenza e gli altri il dovere del rispetto della sofferenza. Alle 3 e 32, ora del disastro, una veglia accompagnata da 309 rintocchi in memoria delle vittime ha concluso l’intera celebrazione. In una città che, oltre alle numerose perdite umane, ha dovuto fare i conti con 1500 feriti e 70mila sfollati, ci si chiede se i numerosissimi cantieri attivi riusciranno a portare a termine i lavori; in merito all’argomento è intervenuto il sottosegretario all’Economia, presente al corteo, Giovanni Legnini, il quale ha spiegato che la ricostruzione pesante sia ormai partita e non si fermerà e come la speranza ha ormai preso il posto di rabbia e delusione.
Più cauto Antonio Del Corvo, presidente della Provincia dell’Aquila, che rende noto come nonostante sia effettivamente partita la ricostruzione privata, quella pubblica ha bisogno di una seria ripartizione delle risorse altrimenti si faranno le case senza servizi. Questa mattina durante l’Angelus, papa Francesco ha voluto esprimere un pensiero sul popolo aquilano, spiegando che la preghiera e la rinascita spirituale debbano essere il punto di partenza per una ricostruzione materiale.
Fabrizio Guercio