Pubblicato: Sab, 8 Ott , 2016

L’altra Terra Santa

Interessante serata di testimonianze dalla Palestina il 3 ottobre a Capraia Fiorentina.

 

Lunedì 3 ottobre l’Associazione di Amicizia Italo-Palestinese onlus, in collaborazione con Operazione Colomba e con il patrocinio del comune di Capraia e Limite, ha organizzato una serata dal titolo “L’Altra Terra Santa – testimonianze dalla Palestina”. La serata si è aperta con la testimonianza di un membro dell’ass. di Amicizia Italo-Palestinese da poco tornato da un viaggio di conoscenza  in Palestina organizzato da Pax Christi. È stata la sua prima volta e ne è rimasto molto colpito; ha raccontato con evidente emozione la sua esperienza sollecitando tutti ad andare in Palestina. Ha tenuto a sottolineare che visitare la Palestina è possibile, non è pericoloso e che è  l’unico modo per comprendere veramente quello che significa vivere sotto l’occupazione israeliana.

84_betania_es_el_tercer_lugar_mas_visitado_de_palestina__los_peregrinos_quieren_conocer_el_lugar_donde_jesus_vivia_en_la_familiaridad_de_sus_amigos_Durante la serata è stato possibile ascoltare le parole di suor Aziza, una suora comboniana che vive a Betania, che ha raccontato la sua esperienza ed ha illustrato le attività svolte da lei e dalle sue consorelle. Le Suore Missionarie Comboniane sono presenti a Betania dal 1966 e da allora l’asilo che gestiscono ha servito i bambini del villaggio Azarieh, ma nel 2013 il muro di separazione voluto da Israele è arrivato fino a loro.  È un muro alto 8 metri (il doppio del muro di Berlino) e lungo 850 km e fa il giro della scuola materna. Un giorno i bambini videro i soldati entrare nel giardino e con lunghe motoseghe tagliare gli alberi per far posto al muro. Le suore, come la gente, si sono opposte alla costruzione ma invano. Accanto all’asilo fu costruito un checkpoint e, quindi, una via di passaggio che, però, con il tempo, passò sotto giurisdizione militare e fu chiuso per sempre. Lo stesso è accaduto alla porticina in ferro che in un primo tempo aveva facilitato il passaggio dei bambini che abitavano al di là del muro in modo che potessero raggiungere l’asilo ma anche questa, con il tempo, è stata chiusa definitivamente. Oggi i bambini sono costretti a raggiungere il primo checkpoint che dista 10 km a piedi dall’asilo e ad aspettare per delle ore al posto di controllo per cui, mamme e bimbi, stanno rinunciando a frequentare la scuola materna.

Un’altra loro attività della suore di Betania è il sostegno alle comunità dei Beduini Jahalin, una comunità beduina palestinese semi-nomade situata nella regione del Negev, 30 km a ovest del Mar Morto e 50 km a sud di Hebron. Dopo il 1953, i Jahalin spostarono i loro accampamenti verso la Valle del Giordano, tra Gerusalemme est e Gerico. Con l’inizio della Seconda Intifada ai Beduini furono concessi 15 minuti per lasciare i loro accampamenti prima che l’esercito israeliano iniziasse a demolirli. Le deportazioni hanno distrutto l’economia tradizionale dei Jahalin riducendoli in povertà. Oggi gli accampamenti dei palestinesi Jahalin si trovano in piccole aree ristrette tra il Muro, gli insediamenti e le infrastrutture militari. Le tradizionali tende sono state sostituite da baracche, i livelli sanitario e sociale sono significativamente più bassi rispetto alla media palestinese già allarmante. Alcuni gruppi sono isolati nel mezzo del deserto e lontani da servizi e infrastrutture essenziali, nonché  da fonti di acqua. La situazione dei bambini è particolarmente grave, soprattutto per quanto riguarda il diritto all’istruzione e alla salute, sono costretti a frequentare le scuole dell’organizzazione UNRWA a Gerico e Anata, che si trovano a 20 km di distanza dagli accampamenti e non ci sono mezzi di trasporto pubblico.

Un altro interessante intervento è stato quello di una volontaria di Operazione Colomba che ha trascorso diversi periodi nel villaggio di At-Tuwani, a sud di Hebron.

Operazione Colomba è un progetto aperto a tutti, i componenti sono volontari divisi essenzialmente in due gruppi: volontari di lungo periodo, cioè persone che danno uno o più anni di disponibilità a tempo pieno e volontari di breve periodo, cioè persone che danno uno o più mesi di disponibilità.

At-Tuwani è un villaggio palestinese a sud di Hebron, in Cisgiordania. È una zona occupata militarmente da Israele e in cui sorgono insediamenti illegali di coloni israeliani che cercano di impossessarsi con la violenza delle terre palestinesi. I contadini e i pastori palestinesi che vivono nell’area subiscono attacchi dai coloni e soprusi dai soldati. I bambini palestinesi più volte sono stati presi a sassate e feriti dai coloni lungo il tragitto per andare a scuola. Nonostante tutto, i palestinesi hanno scelto di resistere in maniera nonviolenta a tutto questo. Così, per sostenerli e condividere con loro la quotidianità, i volontari di Operazione Colomba si sono spostati in queste terre nel 2004, dopo due anni di presenza già nel sud della Striscia di Gaza, durante la seconda Intifada, e nell’area a nord-ovest di Ramallah. Vivono con i palestinesi e li accompagnano nelle attività quotidiane cercando di proteggerli con la loro presenza e subendo loro stessi le violenze dei coloni. La volontaria ha sottolineato l’importanza della presenza nel villaggio degli internazionali pronti a documentare e a rendere note le violenze commesse dai coloni, è uno dei pochi modi per cercare di contenere la violenza dei coloni.

Un ringraziamento particolare va al Sindaco e ai membri della giunta che hanno reso possibile questa serata,

Gagliardi B. Associazione di Amicizia Italo Palestinese Onlus

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