La Nazionale a Quarto per dare un calcio alla camorra
Allenamento degli Azzurri sul campo della locale società dilettantistica, figlia di un club sequestrato alla camorra. Polemiche per il tweet di Balotelli
In vista della sfida di questa sera al San Paolo contro l’Armenia, ultima gara delle qualificazioni ai mondiali del prossimo anno in Brasile, la Nazionale si è allenata allo stadio Giarrusso di Quarto, sul campo della Nuova Quarto per la legalità, società dilettantistica nata dalle ceneri di un club sequestrato alla camorra. Un evento storico per tutta la cittadina alle porte di Napoli e non solo.
Due ore di allenamento con partitella a tre squadre per gli Azzurri, che hanno così voluto dare una speciale testimonianza a favore di questa terra oppressa dalla camorra, dove la Giunta comunale è stata sciolta per infiltrazioni malavitose e sostituita da un commissario prefettizio e dove la locale squadra di calcio apparteneva a un imprenditore sospettato di collusioni e oggi sostenuta da associazioni antiracket e, per questo, divenuta simbolo di lotta alla criminalità. «Con la legalità si vince sempre – ha detto il pm Antonello Ardituro, che dispose il sequestro del club, ricordando proprio lo slogan della Nuova Quarto – Questa giornata è il coronamento di un percorso della nostra procura: siamo convinti che la camorra non si combatta solo nelle aule dei tribunali, ma anche con iniziative come queste».
Circa mille persone, fra i quali molti bambini, hanno riservato una grande e calorosa accoglienza a Prandelli e i suoi uomini, soprattutto al napoletano Lorenzo Insigne. Tra i più applauditi dalla folla anche Mario Balotelli, nonostante le polemiche per un suo tweet alla vigilia dell’allenamento e che hanno rischiato di rovinare il clima di festa. «Non sono un simbolo anticamorra, vengo solo per giocare», aveva “cinguettato” Super Mario alla vigilia della partenza per Quarto, suscitando le ire di molti. In particolare, della senatrice Pd Rosaria Capacchione, giornalista nota per il suo impegno contro la camorra, che da anni vive sotto scorta. «Balotelli è un imbecille – aveva sentenziato, criticando la frase dell’attaccante del Milan – Nel migliore dei casi è un bambino capriccioso, viziato e pieno di soldi, che vive in un ambiente in cui è difficile distinguere il bene dal male. In una situazione del genere, dopo i problemi che ha avuto lui in passato, lanciare messaggi di questo tipo in una terra come questa può essere fortemente inopportuno. Da giornalista, poi, mi domando perché l’abbia fatto, forse voleva mandare un messaggio a qualcuno». Severo anche il giudizio del prete anticamorra, don Aniello Manganiello: «Mi chiedo se Balotelli abbia ancora diritto ad essere convocato nella Nazionale. Credo che i responsabili farebbero bene a prendere iniziative disciplinari a tempo indeterminato, perché vogliamo che chi gioca con i colori dell’Italia anche in questo abbia le idee chiare. Dobbiamo tutti essere contro la camorra, perché è una di quelle organizzazioni criminali che hanno tolto al Sud la possibilità di decollare».
«I giocatori hanno delle grosse responsabilità di fronte ai giovani, perché sono quasi degli idoli a cui guardare con l’aspirazione di diventare come loro», ha detto ancora il sacerdote in merito all’ennesimo tweet del centravanti finito sotto accusa. «Dire delle cose di questo genere significa smontare il lavoro che noi facciamo per veicolare la legalità, il rispetto delle regole, il contrasto alla criminalità organizzata».