La Mappa Europea dei PFAS
Gli Inquinanti Eterni
Il 15 marzo 2023, una maxi-inchiesta ha rivelato la portata della contaminazione da PFAS (sostanze perfluoroalchiliche) in Europa, delineando una situazione allarmante. Questi composti chimici, noti per la loro resistenza all’acqua e al calore, sono utilizzati in un’ampia gamma di prodotti industriali e di consumo, dalle pentole antiaderenti agli imballaggi alimentari, ma sono anche tristemente noti come “inquinanti eterni”, poiché non si degradano facilmente nell’ambiente. Secondo la mappa pubblicata dall’inchiesta, oltre 17.000 siti sono contaminati in tutta Europa, con un impatto drammatico anche sull’Italia.
La mappa pubblicata rivela che più di 17.000 siti risultano contaminati da PFAS, con aree in cui la concentrazione di queste sostanze supera i limiti di sicurezza. I PFAS sono considerati altamente pericolosi per la salute umana, legati a malattie come il cancro, problemi di fertilità, e danni al sistema immunitario. In Italia, le regioni maggiormente colpite sono il Veneto, la Lombardia e il Piemonte, ma la contaminazione si estende anche a molte altre zone del Paese.
Uno dei focolai più noti in Italia è quello delle province di Vicenza, Verona e Padova, dove è stata accertata una contaminazione estesa delle falde acquifere che alimentano milioni di persone. Secondo i dati diffusi, circa 2 milioni di cittadini europei vivono in aree dove la contaminazione da PFAS rappresenta una minaccia significativa per la salute.
Nonostante l’evidenza scientifica sui gravi rischi per la salute pubblica e l’ambiente, le lobby industriali stanno esercitando una fortissima pressione per evitare il divieto totale di queste sostanze. Le aziende che producono o utilizzano PFAS sostengono che un bando completo potrebbe avere conseguenze economiche devastanti e rallentare lo sviluppo di alcuni settori tecnologici.
Nel gennaio 2023, cinque Paesi europei — Germania, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia e Danimarca — hanno presentato una proposta congiunta per vietare la produzione e l’uso di PFAS in tutta l’UE entro il 2025. Tuttavia, il percorso per il bando non è semplice, a causa delle forti opposizioni da parte dell’industria chimica.
Le lobby stanno cercando di rallentare l’approvazione di queste normative, argomentando che la sostituzione dei PFAS con alternative più sicure è complessa e costosa. Nonostante ciò, le pressioni politiche e le mobilitazioni della società civile continuano a chiedere azioni rapide per proteggere l’ambiente e la salute pubblica.
L’inchiesta del 15 marzo ha posto nuovamente sotto i riflettori l’urgenza di un’azione coordinata a livello europeo per fermare la diffusione di questi inquinanti eterni. Sebbene alcuni progressi siano stati fatti, con la proposta di bandire i PFAS entro il 2025, rimane una grande incertezza su quanto velocemente sarà possibile implementare tali misure, soprattutto alla luce delle resistenze dell’industria.
La mappa della contaminazione rappresenta un importante punto di partenza per promuovere una maggiore consapevolezza pubblica e per stimolare l’adozione di leggi più stringenti. Tuttavia, senza una decisa volontà politica, il rischio è che i PFAS continuino a inquinare il suolo e l’acqua per generazioni a venire.