Eppure esistono ancora i negazionisti del cambiamento climatico.
2024, la nostra estate e stata funestata da alluvioni, trombe d’aria e tempeste improvvise ormai non più eccezionali in Italia. Solo nel 2022 sono stati 310 gli eventi climatici estremi sul territorio italiano che hanno provocato anche 29 morti.

L’estate del 2024 rimarrà impressa nella memoria collettiva per gli eventi climatici estremi che hanno colpito il nostro Paese. Alluvioni improvvise, trombe d’aria devastanti e tempeste mai viste prima in Italia hanno causato morti e danni incalcolabili, sconvolgendo intere comunità. Anche nelle città, solitamente protette da fenomeni di questa portata, ci siamo trovati di fronte a veri e propri cataclismi naturali. Eppure, nonostante l’evidenza sempre più schiacciante dei cambiamenti climatici, esiste ancora una frangia di persone che nega la realtà di questa crisi globale.
In Italia, abbiamo visto un aumento senza precedenti delle temperature, accompagnato da eventi meteorologici estremi. Le alluvioni che hanno colpito il centro e il nord Italia hanno portato alla perdita di vite umane e alla distruzione di interi quartieri, mentre forti venti e trombe d’aria hanno sradicato alberi, divelto tetti e provocato interruzioni nelle infrastrutture. Scene che una volta erano relegate a nazioni lontane e in climi tropicali si sono manifestate con crescente regolarità anche nel Mediterraneo.
Secondo gli scienziati, il riscaldamento globale è legato all’emissione di gas serra, principalmente anidride carbonica (CO2), causata dalla combustione di carbone, petrolio e gas. Questi gas intrappolano il calore nell’atmosfera, portando a un aumento della temperatura media terrestre. Questo cambiamento climatico favorisce l’intensificazione degli eventi meteorologici estremi come quelli che abbiamo vissuto quest’estate.
Negare il cambiamento climatico significa ignorare anche il consenso quasi unanime della comunità scientifica internazionale, compreso l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), che da anni lancia allarmi sempre più gravi e richiami all’azione urgente. Eppure, movimenti negazionisti continuano a fiorire, spesso alimentati da campagne di disinformazione ben orchestrate o da interessi che temono i costi economici di una transizione verso energie rinnovabili.
La resistenza al cambiamento non è nuova, ma oggi, di fronte a un’emergenza così evidente, essa diventa pericolosa. Le politiche globali volte a ridurre le emissioni di gas serra e a promuovere energie pulite sono ancora insufficienti, la stessa Europa, apparentemente sensibile, posticipa gli interventi. Ogni anno che passa senza azioni concrete avvicina il pianeta a scenari sempre più catastrofici: ondate di caldo insostenibili, scarsità di acqua, migrazioni di massa, scomparsa di specie animali e vegetali.

C’è però un paradosso: mentre negazionisti e scettici continuano a minimizzare o a distorcere la realtà, sempre più persone comuni subiscono gli effetti diretti del cambiamento climatico. Le alluvioni che devastano case e campi, le tempeste che bloccano i trasporti e le siccità che impoveriscono i raccolti sono diventate realtà quotidiane per molti, costringendoci a fare i conti con l’urgenza della questione.
Siamo di fronte a una delle sfide più grandi della storia umana, e continuare a ignorarla equivale a condannare le future generazioni a un mondo sempre più ostile. È necessario un cambiamento radicale di mentalità e di politiche per affrontare l’emergenza climatica. Le tecnologie ci sono, le soluzioni esistono, ma serve la volontà politica e collettiva di attuarle. Il tempo delle scuse e delle negazioni è finito.
L’estate del 2024 ci ha insegnato una lezione amara, ma chiara: il cambiamento climatico non è una questione del futuro, è già qui, e ci riguarda tutti.
E…. Greta e compagni, state attenti, perché dopo il via libera della Camera dei Deputati all’articolo 14 del ddl Sicurezza in Italia potreste rischiare sino a due anni di carcere.
