La mano bionica diventa sensibile, un successo made in Italy
Si chiama LifeHand2 ed è la prima mano artificiale funzionante al mondo
E’ nata da un progetto finanziato dall’Unione Europea che vede l’Italia tra i protagonisti principali. Alla ricerca, iniziata cinque anni fa hanno lavorato medici e bioingegneri dell’ università Cattolica-Policlinico Gemelli, dell’università Campus Bio-Medico di Roma, della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e dell’Istituto San Raffaele di Roma in collaborazione con l’Ecole Polytechinque di Losanna e l’Istituto Imtek dell’università di Friburgo.
Il programma di ricerca aveva portato nel 2008 alla creazione di CyberHand, una versione meno evoluta della protesi che però non restituiva alla persona alcuna sensazione tattile. La LifeHand2 è stata impiantata con successo su un paziente danese Dennis Aabo Sorensen che aveva perso la mano a seguito dello scoppio di un petardo. «Tornare a sentire la diversa consistenza degli oggetti – ha dichiarato Sorensen – è stata un’esperienza stupenda». Dopo otto ore di intervento eseguito al Policlinico Gemelli di Roma, per l’impianto degli elettrodi, e otto giorni di esercizi, Sorensen è stato in grado di riconoscere la consistenza degli oggetti in oltre il 78% dei casi. La mano è infatti in grado di trasmettere sensazioni tattili al suo cervello, permettendogli di manipolare oggetti con la giusta forza
Ciò è stato possibile grazie ad un sistema di quattro elettrodi intraneurali impiantati nei nervi mediano e ulnare nel braccio del paziente. Attraverso il contatto diretto con le fibre nervose, gli elettrodi sono in grado di collegare il sistema nervoso alla protesi biomeccatronica, donandole sensibilità.