La Crimea è sempre più vicina alla Russia
E Obama oggi incontra il premier ucraino Arseniy Yatseniuk
Ieri mattina il Consiglio Supremo di Crimea ha approvato una dichiarazione di indipendenza della penisola dall’Ucraina. L’effettività di tale dichiarazione è subordinata all’esito – ormai quasi scontato – del referendum previsto per il 16 marzo. Domenica i cittadini della Crimea saranno chiamati a scegliere tra l’annessione alla Russia e l’aumento dell’attuale autonomia amministrativa rimanendo però nel contesto costituzionale ucraino. Sempre ieri mattina le autorità della Crimea hanno dichiarato di voler nazionalizzare le navi della flotta ucraina che si trova a Sebastopoli. «Non intendiamo lasciar uscire le navi ucraine da Sebastopoli. Abbiamo precluso l’uscita anche alla flotta civile Cernomor Neftegas , che comprende navi cisterna e per l’esplorazione marittima dei giacimenti di gas e petrolio nel Mar Nero». Queste le parole di Serghiei Aksionov, premier locale non riconosciuto e ricercato dal governo di Kiev.
Nel frattempo anche Mosca si prepara. Il 21 marzo infatti la Duma – la camera bassa del Parlamento russo- discuterà un disegno di legge per annettere la Crimea alla Federazione Russa bypassando la firma di trattati internazionali. Intanto un’intervista all’Afp Aleksandr Trucinov presidente ad interim dell’Ucraina, ha dichiarato che il paese non interverrà militarmente in Crimea per impedirne l’annessione: «Non possiamo impegnarci in un’operazione in Crimea, indeboliremmo i confini orientali, l’esercito russo conta su questo» Trucinov che definisce il referendum di domenica “una farsa che si decide al Cremlino” ha aggiunto che Mosca rifiuta qualsiasi contatto con Kiev per una soluzione politica del conflitto. Ieri alla vigilia dell’incontro tra la Casa Bianca ed il premier ucraino Arseniy Yatseniuk , il Congresso ha presentato una risoluzione di condanna dell’intervento militare russo in Ucraina, chiedendo all’amministrazione Obama di varare sanzioni economiche e commerciali. Nel testo che ora passa al Senato, i deputati denunciano ” la violazione della sovranità dell’indipendenza e dell’integrità territoriale del paese da parte delle truppe di Mosca”, chiedendo inoltre la sospensione della cooperazione della Nato con la Russia all’amministrazione Obama di varare sanzioni economiche e commerciali ed il boicottaggio del G8 di Sochi. Il clima non è certo disteso. Sia l’Onu che l’Unione Europea hanno tentato senza successo la via diplomatica, minacciando sanzioni che però non sembrano impensierire Mosca che ha bocciato tutte le proposte americane. Il ministro degli Esteri russo Lavrov ha poi specificato che le proposte statunitensi «non vanno bene perchè evocano un presunto conflitto tra Mosca e Kiev, mentre Mosca ha un piano per portare la situazione nella cornice della legge internazionale, tenendo contro degli interessi di tutti gli ucraini senza eccezione».