Kubrick, il genio incompreso dagli Oscar
Quindici anni fa moriva uno dei più grandi registi di sempre, premiato soltanto una volta con l’Oscar
Di Caprio si senta meno solo, non vincere un Oscar è capitato anche ai grandi del cinema. Registi del calibro di Fellini, Chaplin, Welles e Hitchcock non hanno mai alzato la statuetta dell’Academy per la regia e con loro anche uno dei maestri della storia del cinema scomparso il 7 marzo di quindici anni fa: Stanley Kubrick. Nato al Lying-In Hospital di Manhattan nel luglio del 1928 da genitori statunitensi di origini ebraiche, inizia il suo percorso artistico nel campo della fotografia, esperienza che influenzerà e caratterizzerà i suoi lungometraggi. La fotografia è fondamentale nella carriera di Kubrick anche perché è grazie allo stipendio di fotografo per la rivista Look, nella cui redazione entrerà a far parte a 17 anni, che si potrà permettere quattro anni di studio all’Accademia di Arte Cinematografica. A ventun’anni decide di dedicarsi unicamente al cinema anche se la fotografia torna a far sentire la sua influenza e il famoso scatto del pugile Rocky Graziano trova seguito nel suo primo cortometraggio, Day of the Fight, un documentario sulla giornata del pugile Walter Cartier, autoprodotto con meno di quattro mila dollari raccolti tra amici e parenti. Dopo le prime esperienze da regista di lungometraggi con Paura e desiderio, Il bacio dell’assassino e Rapina a mano armata, Kubrick attira l’attenzione della critica con Orizzonti di gloria, finanziato e interpretato da Kirk Douglas dove recita anche Susanne Christian, ultima moglie del regista e sorella di Jan Harlan, produttore dei più celebri film di Kubrick e direttore del film Stanley Kubrick: A Life in Pictures.
Stanley Kubrick tornerà a lavorare con Kirk Douglas dirigendolo in Spartacus che vince quattro Oscar, non riuscendo però a ricevere il riconoscimento al miglior regista per il quale il film era candidato. Kubrick mancherà l’appuntamento con la statuetta anche con il suo successivo lungometraggio, Lolita. Il film affrontando esplicitamente il tema della pedofilia fatica ad per ottenere l’approvazione della MPAA e soprattutto della Chiesa Cattolica che prima si disse pronta alla pubblicazione dell’aperta condanna del film sui periodici parrocchiali, equiparando la visione del lungometraggio ad un peccato, per poi dare la sua benedizione a patto che sul materiale pubblicitario fosse dato risalto al divieto per i minori di diciotto anni. Il film censurato in più parti riceve ugualmente la nomination all’Oscar per il miglior regista, ma anche questa volta Kubrick non riesce a vincerlo. La storia si ripeterà con i successivi film, Il dottor Stranamore, 2001: Odissea nello spazio, Arancia meccanica e Barry Lyndon che portano Kubrick nel 1979 a raccogliere 12 nomination, vedendolo vincitore soltanto nel 1969 per gli effetti speciali di 2001: Odissea nello spazio.
I film di Kubrick, premiati o no, restano comunque pietre miliari della storia del cinema. Impensabile sminuirne il valore soltanto per il semplice fatto di non essere stati riconosciuti dall’Academy. Ai sopracitati film si aggiungono Full Metal Jacket, Shining e il discusso Eyes Wide Shut del 1999 con Tom Cruise e Nicole Kidman che il regista non vide uscire nelle sale perché stroncato da un infarto all’età di settant’anni. Con il primo, Kubrick dirige il suo ultimo film dedicato alla guerra. Un film violento e crudo come la guerra, evento che distrugge l’animo umano e nel quale si manifesta l’animo antimilitarista di Kubrick che tocca anche le corde dell’indagine psicologica con riferimenti a Jung ben espressi dal protagonista, il soldato Joker. Il maggiore T.J. “King” Kong a cavalcioni sulla bomba nel Dottor Stranamore, Alex costretto alla cura Ludovico in Arancia Meccanica, l’osso che ruota in aria in 2001: Odissea nello spazio, sono soltanto alcune delle scene divenute cult per tutti i cinefili; a queste, con Full Metal Jacket, Kubrick ne regale numerose altre tra le quali spicca quella del sergente istruttore Hartman, interpretato da Ronald Lee Ermey, un drill instructor dei Marines di cui Kubrick si avvalse anche come consulente tecnico, ruolo che aveva già ricoperto in Apocalipse Now di Francis Ford Coppola, e al quale il regista affidò la scrittura dei propri dialoghi.
La carriera di Stanley Kubrick presenta anche molti lavori incompleti, come nel caso di Aryan Papers, film che nelle intenzioni del regista doveva portare sul grande schermo l’atrocità dell’Olocausto, ma la contemporanea realizzazione di Schindler’s List da parte di Spielberg portò all’accantonamento del progetto. Le carriere dei due registi tornano ad incrociarsi a metà degli anni novanta quando Kubrick chiede a Spielberg di dirigere A.I. ma il progetto non si concretizza e prende forma soltanto nel 2001 con la regia dallo stesso Steven Spielberg. Tra i più clamorosi progetti incompiuti c’è sicuramente Il signore degli anelli, un film che avrebbe visto i Beatles recitare sotto la guida di Kubrick. Il film non si realizzò per la mancata concessione da parte di Tolkien dei diritti e il film fu realizzato nella famosa versione di Peter Jackson nel 2001. Anche in questo caso un progetto avviato da Stanley Kubrick è stato realizzato con netto ritardo, indice della lungimiranza e della grandezza di questo regista che ha visto concretizzare alcuni dei suoi progetti in un anno a lui molto caro come il 2001 di Odissea nello spazio. Chissà se anche dietro questo curioso caso si nasconde la sua inconfondibile regia.