Kiev, guerriglia nella notte
Non accenna a fermarsi l’assedio di Kiev contro il governo Yanukovich, assumendo tratti sempre più violenti
Altra notte di fuoco e sangue a Kiev, dove nella piazza Indipendenza è avvenuto l’ennesimo scontro tra manifestanti e polizia in assetto antisommossa. Il bilancio è di ventisei morti tra poliziotti e ribelli.
La situazione ormai viene ritenuta insostenibile da entrambe le fazioni: mentre Yanukovich parla di violento colpo di stato, il leader dell’opposizione Vitali Klitschko tenta inutilmente una mediazione: la situazione politica è dunque di stallo, mentre nelle piazze imperversa la violenza.
La comunità internazionale, preoccupata dall’escalation violenta nella capitale ucraina, continua a lanciare l’allarme e ad intimare una risoluzione immediata del conflitto: per domani è prevista un incontro tra i Ministri degli Esteri organizzata dal Comitato Politico e di Sicurezza dell’UE, al fine di evitare di giungere a pesanti sanzioni per il governo di Yanukovich, già ipotizzate da settimane. Accanto all’Unione Europea intervengono gli Stati Uniti tramite le parole del vice-presidente Joe Biden, che ha invitato Yanukovich a ritirare le forze di polizia e provvedere ad una mediazione.
Nonostante ciò la situazione non accenna a ridimensionarsi, facendo aumentare preoccupantemente il numero degli innocenti civili coinvolti nella guerriglia: secondo una stima di questa mattina, almeno 200 cittadini sono rimasti feriti durante gli scontri delle ultime notti, un numero destinato a salire, considerando l’estensione della rivolta ad altre grandi città del paese.