Iran: crowdfunding per i condannati a morte
Contro l’impressionante aumento delle condanne a morte in Iran, un gruppo di studenti avvia collette online per salvare i carcerati
Con 625 esecuzioni capitali nel solo 2013, l’Iran rappresenta il secondo paese al mondo con più condanne a morte, secondo solo alla Cina. Poiché il governo di Hassan Rouhani non accenna ad una inversione di tendenza, un gruppo di studenti afferenti alla coalizione di opposizione Società Popolare ha deciso di avviare una colletta del tutto social per tentare di salvare i condannati a morte del paese.
La decisione di avviare un vero e proprio crowdfunding online, ossia una raccolta di fondi per un motivo ben preciso, è da ricondurre al tentativo di salvare Safar Anghouti, condannato a morte per un omicidio avvenuto in circostanze non del tutto chiare. La colletta web potrebbe realmente portare alla liberazione del giovane 24enne sul ciglio del patibolo, infatti secondo la legge iraniana un carcerato può essere liberato e formalmente scagionato dalle accuse qualora la parte lesa (per la maggior parte delle volte si tratta della famiglia della vittima) riesca ad ottenere un risarcimento adeguato al danno subito.
Così gli studenti iraniani hanno deciso di utilizzare un sistema del tutto innovativo, che sta spopolando in tutto il mondo per scopi benefici o per salvare aziende sull’orlo del fallimento, per arginare l’estrema facilità con cui il nuovo governo si libera dei detenuti: fino ad adesso sono stati registrati dei dati incoraggianti, così come è stata di grande ottimismo la reazione del popolo iraniano.