In arrivo il reato di omicidio stradale
La promessa del ministro della Giustizia. Le associazioni delle vittime: «Prima buona notizia del 2014. Vigileremo perché non naufraghi»
«Entro gennaio porterò in Consiglio dei Ministri un pacchetto di norme che conterrà l’introduzione del reato di omicidio stradale». Ad annunciarlo è il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri. «L’obiettivo – ha detto la Guardasigilli – è quello di colpire gli autori di questi reati e fare in modo che le vittime abbiano la giustizia che meritano. Spesso infatti le famiglie delle vittime si sentono offese nel loro dolore perché non hanno i riscontri che meriterebbero».
Due giorni fa, il padre di Stella Manzi, la bambina romana di 8 anni investita e uccisa il 26 dicembre da un automobilista ubriaco, sotto effetto di droga e senza patente arrestato ieri, ha lanciato un appello al ministro per un inasprimento delle norme. Un’altra tragedia si è consumata la notte di Capodanno, sulla Salerno-Reggio Calabria: due donne, madre e figlia, sono state sbalzate dalla loro auto in seguito allo scontro con un’altra vettura e sono morte dopo essere state investite da una terza auto, il cui conducente non si è nemmeno fermato a prestare soccorso. In Italia, ogni anno, oltre 4mila persone perdono la vita in seguito a scontri stradali. Almeno un terzo di questi è riconducibile alla fattispecie “omicidio stradale”. Secondo i dati raccolti dall’Associazione Amici e Sostenitori della Polizia Stradale (Asaps), che da tempo chiede il cosiddetto “ergastolo della patente” (ossia la sua revoca definitiva per chi uccide sotto effetto di alcol e/o droga), nei primi mesi del 2013 si sono verificati nel nostro Paese 902 episodi gravi di pirateria, 105 morti e 1089 feriti.
Dell’introduzione della nuova fattispecie di reato se ne parla da anni, ma soltanto lo scorso novembre, il ministro dell’Interno Angelino Alfano aveva reso noto che proprio sul reato di omicidio stradale era stato attivato con il Ministero dei Trasporti un gruppo di lavoro per verificarne praticabilità ed efficacia. A ribadire l’impegno del Governo era stato, pochi giorni dopo l’annuncio di Alfano, il sottosegretario ai Trasporti Erasmo De Angelis. Quest’ultimo aveva sottolineato che la riforma del Codice della strada è in corso in Parlamento e che le nuove norme avrebbero previsto una maggiore tutela nei riguardi degli utenti più vulnerabili, cioè ciclisti e pedoni. Sanzioni molto più severe, quindi, come proprio l’introduzione del reato di omicidio stradale, che va così a modificare la norma sull’omicidio colposo, coinvolgendo di conseguenza anche gli uffici del ministero della Giustizia.
Un altro importante punto della riforma, che sarà studiato congiuntamente ai tecnici del Viminale, riguarda lo svolgimento del processo. L’ipotesi al vaglio del Parlamento prevede il rito direttissimo quando la dinamica dei fatti sia stata accertata con ragionevole precisione e nei casi più complicati che si possa comunque procedere con il rito immediato. In questo modo, saltando dei passaggi che allungano i tempi di durata del dibattimento, si accelererebbero quelli relativi al risarcimento economico.
Per il ministro Cancellieri «si tratta ormai di un problema sociale e come tale va affrontato, quindi introducendo strumenti dissuasivi per chi ritiene di potersi mettere alla guida pur non essendo completamente padrone di se stesso e dunque in disprezzo della vita altrui». «Seguiremo i lavori con attenzione – afferma attraverso un comunicato l’Asaps – affinché l’impegno del ministro Cancellieri che ora consideriamo irrevocabile (e irrinunciabile) e del Governo, proceda con celerità e non si spiaggi come nella scorsa legislatura in un Parlamento nel quale l’ex ministro della Giustizia si era dichiarato non favorevole all’adozione di questa nuova figura di omicidio».
Da circa due anni i familiari e gli amici delle vittime della strada hanno messo a punto una proposta di legge attraverso un lavoro comune fra Associazione Lorenzo Guarnieri; Associazione Gabriele Borgogni; Asaps; Comune di Firenze e Polizia Municipale di Firenze. Le adesioni hanno già superato abbondantemente le 75mila firme. «Abbiamo bisogno del vostro aiuto – scrivono – per una società più giusta dove chi uccide, mettendosi alla guida senza esserne in condizioni, riceva una condanna adeguata al danno (morte o lesioni gravi) che ha provocato con il suo comportamento irresponsabile. […] Una pena “equa” per il danno provocato e “certa” rappresenta un atto di “prevenzione”. Serve da deterrente e rende un minimo di giustizia a chi ha perso la vita per il comportamento criminale di un guidatore che si è messo alla guida non essendo in condizione di farlo».