Ilva di Taranto, Vendola indagato per concussione
Il governatore risulta nella lista dei 53 indagati dalla Procura di Taranto nell’ambito dell’inchiesta sul disastro ambientale dell’Ilva
Tra i nomi degli indagati dalla procura di Taranto, a conclusione delle indagini preliminari dell’inchiesta “Ambiente svenduto”, c’è quello di Nichi Vendola, governatore della Regione Puglia. L’inchiesta sull’inquinamento prodotto dall’Ilva è partita nel 2009 ma ha fatto registrare un’accelerazione soltanto nel 2012, in seguito all’incidente probatorio effettuato alla presenza del gip Patrizia Todisco e la presentazione di due perizie che evidenziavano gli effetti nocivi sulla salute causati dall’inquinamento prodotto dall’impianto di Taranto. Nel luglio 2012 arrivano il sequestro degli impianti dell’area a caldo del siderurgico ma soprattutto i primi arresti che coinvolgono Fabio, Emilio e Nicola Riva. Il primo, destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, si trova dal gennaio scorso a Londra in stato di libertà vigilata dopo che era stato dichiarato latitante in quanto non rintracciato sulla base di un mandato di arresto europeo.
I nomi di Nichi Vendola e del sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, nella lista dei 53 indagati dalla Procura di Taranto risaltano soltanto per il rilievo dell’incarico ma non rappresentano gli unici personaggi politici rimasti coinvolti. Tra gli indagati ci sono anche l’attuale assessore all’Ambiente Lorenzo Nicastro, il consigliere regionale del Pd Donato Pontassuglia e l’ex assessore alle Politiche Giovanili Nicola Fratoianni, attualmente parlamentare di Sel. Anche l’Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione dell’Ambiente (Arpa) finisce nel mirino della Procura, avvisi di garanzia sono stati notificati al direttore generale Giorgio Assennato e al direttore scientifico Massimo Blonda.
Se per il sindaco di Taranto l’ipotesi di reato è l’omissione di atti d’ufficio, dovuta all’assenza di azioni messe in atto dall’amministrazione comunale in seguito all’invio di un esposto alla Procura che segnalava i danni ambientali e per la salute causati dall’Ilva, per Vendola il reato contestato è la concussione verso Assennato al fine di ammorbidire la posizione dell’Agenzia regionale per l’ambiente nei confronti dell’Ilva. All’iscrizione nel registro degli indagati, Vendola ha risposto con un video dove si dice sereno e nel quale ricorda che il suo governo ha varato numerose leggi in difesa dell’ambiente.
Da oggi, Nichi Vendola avrà un obiettivo, dimostrare che il suo operato politico sia sempre stato in direzione della tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini, dando un senso alle leggi varate dalla sua giunta in quest’ambito.
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