Il Vaticano censura “In fuga dal Senato”
La Santa Sede blocca lo spettacolo commemorativo su Franca Rame tratto dal libro “In fuga dal Senato”
<<Questo Papa è il simbolo eccezionale del rinnovamento della Chiesa. L’evoluzione del rapporto tra il Vaticano e le persone comuni ci giunge non soltanto dal nome del nuovo pontefice, ma dalle sue azioni quotidiane: egli non si limita ad un diverso linguaggio ma si muove andando verso la gente, prima ancora che la gente venga verso di lui. Tutti però si rendono conto che in questo contesto il cambiamento è frenato, soprattutto dall’interno della Chiesa>>. E’ con queste parole, scritte in una lettera aperta, che il premio Nobel Dario Fo esprime la propria incredulità per la mancata autorizzazione da parte del Vaticano alla rappresentazione di “In fuga dal Senato”, spettacolo teatrale in programma a Roma il 18 gennaio all’Auditorium Conciliazione. Fo non riesce a spiegarsi la decisione del Vaticano che vieta la messa in scena dello spettacolo commemorativo su Franca Rame tratto dall’omonimo libro, pubblicato postumo, in cui l’attrice racconta la sua esperienza in Senato e le battaglie portate avanti lungo tutta la vita: carceri, lotta alla droga, opposizione alla guerra e ai massacri.
Lo stupore di Fo aumenta quando sottolinea che in quello stesso locale ha già recitato “Mistero Buffo” e che non riesce ad accettare una decisione che ha il sapore degli <<ostruzionismi da guerra fredda che in Italia abbiamo subito nell’ultimo mezzo secolo>>. Il Vaticano in merito alla mancata concessione risponde attraverso il portavoce padre Federico Lombardi che dice: <<Nessuna autorità vaticana sapeva nulla: né l’Apsa che ha la proprietà dell’Auditorium, né la Segreteria di Stato, né i pontifici consigli della cultura e delle comunicazioni sociali». Il portavoce però chiude la sua dichiarazione aggiungendo: <<Dopo queste uscite mediatiche che cercano di mettere in mezzo il Vaticano e il Papa in modo non corretto e forse addirittura strumentale, penso proprio che sia meglio che lo spettacolo non si faccia all’Auditorium».
Con queste dichiarazioni, risulta difficile non dare ragione a Dario Fo quando nella lettera aperta afferma: <<Come puo’ una Chiesa continuare ancora con la censura e il divieto? Ciò significa buttare un’ombra lunga e grigia sullo splendore e la gioia che Papa Francesco ci sta regalando>>.