Il PD e le primarie cordiali
Renzi e Cùperlo avanti ma attenzione a Civati, il “candidato di sinistra”
Domenica prossima alle primarie del Partito Democratico si arriva all’insegna della cordialità; forse troppa, forse giusta. Tra Renzi e Cùperlo l’unico fuori dal coro sembra essere l’outsider Giuseppe Civati (detto Pippo), il solo a non difendere l’operato di Letta e condannato ad essere il “candidato di sinistra”.
Un’onta molto pesante per il partito più importante del centrosinistra. Civati distrugge le larghe intese e non si spaventa di votare assieme al Movimento di Grillo. «Abbiamo lasciato a loro temi delicati come ambiente e tagli; lì comandano in due noi siamo un’identità. Io voglio una sinistra che faccia finalmente il suo dovere – continua – e sapere i 101 nomi che hanno affossato Prodi». Molti anche i punti di incontro tra i tre sfidanti, come la necessità di una riforma della legge elettorale, tra le varie opzioni il ritorno al mattarellum con doppio turno sembrerebbe la più auspicabile.
Ad appoggiare Giuseppe Civati da Palermo sono intervenuti Corradino Mineo ed Antonella Monastra. «Civati segretario del Pd significa avere un’occasione per cambiare realmente le cose – afferma la Monastra – Il Pd deve aprire conflitto ed accogliere il dissenso, come nelle migliori democrazie, per poi arrivare ad una ‘scelta’. Civati è l’unico candidato che parla delle donne come se a farlo fosse una donna».
Le fa eco Corradino Mineo, anche lui neo iscritto al Pd, che comincia con un invito. «Che state a fare fuori al Pd? Non piace? Capisco la disillusione ma credo che il cambiamento debba arrivare da dentro, via la gente che non piace come Lupo, Cracolici o Crisafulli». Poi torna sul voto di febbraio. «La colpa maggiore è dei 101 non di chi ha votato Ingroia o Movimento 5 Stelle».
Renzi accoglie i delusi del centrodestra e nel frattempo, nello stesso momento e nella stessa città, intrattiene più di 1200 anime al Rouge et Noir palermitano spalleggiato da figure di spicco della città come Fabrizio Ferrandelli, Davide Faraone e Giuseppe Lupo.
Il confronto
Il confronto televisivo tra i tre candidati alle primarie è stato molto cordiale: Cùperlo il candidato filo-governativo, braccio destro di D’Alema e supportato da Bersani, Renzi il democratico (cristiano) di sinistra che oltre alle idee ha dalla sua la presenza scenica e la fama, Civati l’ala sinistra del Pd che fonde ironia («Qui facciamo le primarie, a Forza Italia le “ereditarie”») ed appartenenza politica netta, scevro da ogni gioco di potere spiazzando sorprendentemente astanti e sfidanti.
Recuperare il connubio con Sel («Voglio mettere insieme la sinistra che vuole governare»), recuperare i delusi – ma non quelli del centrodestra – cambiare immediatamente la legge elettorale e andare al voto il più presto possibile. Questo, per grandi linee, il rinnovamento di Civati che ha “bacchettato” Fabio Fazio per avere invitato al suo programma i suoi sfidanti e non lui. Per questa ragione ha inscenato un’esilarante gag durante l’Estragon di Bologna in cui rispondeva sul palco a domande registrate fatte da Fabio Fazio a Renzi e Cùperlo.
Renzi punta all’abolizione delle province, del Senato e del porcellum. E lancia un monito. «La sinistra sia prudente, Berlusconi non è ancora fuori dai giochi, è in perenne campagna elettorale. Non dobbiamo più essere subalterni alla destra». Magari ora lo tradurrà in bulgaro visto il pericolo della candidatura europea.
Cùperlo difende strenuamente l’operato del governo incitandolo a «fare di più» dopo la fuoriuscita di Berlusconi.
Un argomento molto discusso nel confronto televisivo ha riguardato i fantomatici 101 “senza nome”, rei di non aver eletto Prodi come Presidente della Repubblica; mentre Civati e Cùperlo si sono espressi molto duramente sottolineando l’errore storico del partito Renzi non ha proferito parola a riguardo.
A pochissimi giorni dalle elezioni esagera la propaganda. «Renzi prima sostiene l’operato del governo e dopo la sfida televisiva dà l’ultimatum a Letta». Queste le parole di Giuseppe Civati, il netto vincitore del confronto, che chiuderà la campagna elettorale proprio a Palermo, il 6 dicembre al Khalesa alle ore 17,30.
Appuntamento a domenica 8 dicembre nei migliori seggi della città: saranno “primarie della madonna”.