Il pacifismo dei No Muos
I No Muos rispondono idealmente alla tesi di Oetting secondo cui il Muos non ha effetti sulla salute.
di Rosalba Di Giuseppe
“Quando accendi un forno a microonde, ti esponi a radiazioni dieci volte superiori agli standard italiani ma al di sotto del livello del Muos”. Parla John Oetting, studioso di fisica applicata alla Johns Hopkins University, impegnato da sette anni nel Mobile User Objective System. Come si spiegano però le malattie che si sono riscontrate?
“L’entrata in funzione dei trasmettitori del MUOS -affermano Zucchetti e Coraddu- avrà come conseguenza un incremento del rischio di contrarre vari tipi di disturbi e malattie, tra cui alcuni tumori del sistema emolinfatico, come evidenziato in numerosi studi epidemiologici”. C’è poi, “l’ipertermia con conseguente necrosi dei tessuti e l’organo più esposto è l’occhio (catarattaindotta da esposizione a radiofrequenze o a microonde). Le persone irraggiate accidentalmente potrebbero subire danni gravi e irreversibili anche per brevi esposizioni”.
Oetting sostiene convinto che se ci si trova ad un km da un’antenna televisiva, ci si espone ad emissioni superiori a quelle lungo il recinto di Niscemi. Da twitter David Owen gli fa eco, affermando che i No Muos non hanno nessuna base scientifica e che più che MammeNoMuos servirebbero MammeNoMatteoMessinaDenaro.
Entrambi ragionano attraverso una logica militante limitante travestita da umanesimo scientifico “l’importante che non faccia male all’essere umano entro una certa distanza” poco importa se l’acqua è inquinata e fa ammalare gli animali, poco importa se la Sughereta diventa incoltivabile, sterile, poco importa se quel posto incontaminato diventa base per le guerre. La loro analisi esclude l’ ambiente in sè e per sè e l’idealità delle persone.
Antonio Mazzeo in un suo recente articolo “Muos, arma ambientale” parla dell’HAARP (High Frequency Active Auroral Research Program), il Programma di Ricerca Attiva Aurorale con Alta Frequenza che dal 1994 la US Air Force e la US Navy portano avanti dalla base di Gakona, in Alaska. Detto in parole povere si tratta di un sistema di antenne che sarebbero in grado di influenzare i cambiamenti atmosferici, il fisico Corrado Penna ha più volte denunciato come queste tecnologie possono servire “a causare terremoti o altri fenomeni come siccità, uragani, inondazioni, ecc., sia indirizzando le emissioni sul nucleo della terra (influendo così sul magnetismo terrestre), sia indirizzandole sulla ionosfera”.
Il 31 maggio i No Muos sono tornati a farsi sentire e due giorni fa hanno tagliato le reti della recinzione per fare irruzione, noto che sta avvenendo qualcosa di nuovo, stanno cominciando a tagliare i ponti con una certa mentalità, estendendo “il non faccia male a…”, l’hanno già affermato, “Non vogliamo il Muos perché ha un chiaro fine militare, guerrafondaio”, la loro adesione al pacifismo è fuori discussione, grazie alle manifestazioni e le marce hanno dato prova di maturità e impegno civile, però dovrebbero essere più chiari, formulando un sì fiero alla cura per il proprio territorio e di se stessi, perché la nostra buona salute dipende da molte cose, anche dall’aspetto estetico, c’è molta differenza tra una sughereta rigogliosa e uno spazio invaso da antenne, come tra una lacrima sul viso e un sorriso. La protesta dovrebbe cambiare volto, riorganizzarsi intorno a questo, il movimento dovrebbe avere il coraggio di avanzare un programma di bellezza, spiegando perchè un Ecomuostro non può avere spazio in tutto questo nuovo riassetto. E’ inaccettabile che le revoche siano fasulle e che arrivino in tempo di elezioni.
I turchi sono scesi in piazza per dire no ad una mega struttura, stanno manifestando, pur con tutte le contraddizioni e gli sbagli, in difesa di 600 alberi. E’ ovvio che una megastruttura non procura danni evidenti immediati alla salute, ma perdere delle case naturali di ossigeno che ci sono state regalate è altrettanto dannoso.