Pubblicato: Gio, 29 Ago , 2024

Il Papa ci ricorda che la solidarietà e l’accoglienza sono principi fondamentali della dottrina cattolica

Siamo cattolici? Se crediamo sappiamo che nell’aldilà saremo giudicati per il nostro comportamento terreno.

Negli ultimi giorni, Papa Francesco ha ribadito con forza un concetto fondamentale della dottrina cristiana: l’accoglienza e l’amore per il prossimo non sono semplici consigli morali, ma doveri irrinunciabili per chi si definisce cattolico. Le parole del pontefice assumono una rilevanza particolare in un periodo storico in cui il fenomeno dell’immigrazione si intreccia con tragedie umane sempre più frequenti. Di fronte a migliaia di persone che rischiano la vita attraversando il Mediterraneo, il messaggio di Francesco diventa un richiamo potente a riflettere sulle nostre responsabilità come credenti e come esseri umani.

Il Papa ha ricordato che lasciare morire in mare gli immigrati, ignorando le richieste di aiuto o non facendo abbastanza per prevenire tali tragedie, è un grave peccato. Non si tratta soltanto di una questione politica o sociale, ma di una colpa morale che ricade su tutti, specialmente su chi professa la fede cattolica. Salvare vite umane e accogliere chi fugge dalla guerra, dalla fame o dalle persecuzioni non è un atto di generosità straordinaria, ma un obbligo etico che discende direttamente dal Vangelo. Gesù stesso ci insegna che il vero amore per Dio si manifesta nell’amore per il prossimo, specialmente per i più vulnerabili.

In questo contesto, la domanda che dobbiamo porci è: siamo davvero cattolici? Se professiamo di credere in Dio e nei suoi insegnamenti, sappiamo che non saremo giudicati nell’aldilà per il numero di messe frequentate o per quante volte abbiamo battuto il petto durante i riti di pentimento. Saranno i nostri comportamenti concreti a parlare per noi, le nostre azioni quotidiane nei confronti degli altri, soprattutto verso chi si trova in difficoltà.

Essere cattolici significa agire, non limitarsi a dichiarazioni di fede formali. Il cristianesimo è una religione basata sull’amore pratico, sull’impegno verso gli altri e sull’azione concreta per il bene comune. Papa Francesco ce lo ha ricordato chiaramente: la fede senza opere è vuota. Accogliere chi è in difficoltà, offrire rifugio a chi scappa dalla miseria o dalla violenza, è parte integrante di quel cammino spirituale che tutti i cristiani sono chiamati a percorrere.

Ignorare questa chiamata, chiudere gli occhi di fronte al dramma dei migranti, significa rinnegare i principi stessi del Vangelo. È facile partecipare alla messa domenicale, ma è molto più difficile mettere in pratica gli insegnamenti di Cristo, che ci chiede di abbattere i muri della paura e del pregiudizio, e di costruire ponti di solidarietà.

Di

- Danilo Sulis, oggi presidente di rete 100 passi, è l'amico di Peppino Impastato che ha fatto proseguire il cammino di Radio Aut con la nuova Radio 100 passi. Pioniere dell'informazione libera ed indipendente è stato anche docente in corsi di "Formazione professionale continua per giornalisti" presso il "centro di documentazione giornalistica" di Roma.

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