Il mercato degli organi dei siriani in Libano
Svelata la rete di compravendita di organi, che permette ai siriani di rimanere in territorio libanese
L’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità di Ginevra ha lanciato l’allarme sul fenomeno della compravendita degli organi provenienti dai corpi dei profughi siriani, costretti a sottomettersi a queste forzate donazioni nel tentativo di guadagnare il denaro necessario alla sopravvivenza.
Terreno particolarmente fertile per questa pratica è il Libano, dove fioccano le richieste di organi provenienti dal mercato nero e dove il Governo fa finta di non vedere dato che i principali richiedenti appartengono alla classe ricca del paese. Il fenomeno è talmente strutturato da far sorgere persino la concorrenza tra i siriani e palestinesi, ritenuti i principali ”fornitori” di reni e polmoni prima della crisi siriana che ha portato nel territorio profughi della fascia di età più bassa.
È stato proprio un giovane siriano, infatti, a testimoniare contro questa pratica, svelando ai media tedeschi ciò a cui lui stesso è andato incontro, costretto a donare il proprio rene al costo di 7 mila dollari per poter rimanere in Libano con la propria famiglia. Il ragazzo, con una ferita infetta nascosta dalla benda insanguinata, ha raccontato le precarie condizioni sanitarie a cui è stato sottoposto soprattutto una volta asportato il rene, quando la sua vita ha perso di valore per gli addetti al traffico di organi.
L’Organizzazione ginevrina afferma inoltre che, a causa del paradossale surplus di venditori rispetto ai compratori, il mercato nero libanese sta cominciando ad esportare gli organi siriani anche negli Stati Uniti e in Europa, a prezzi superiori e garantendo la perfetta salute dei donatori: ai profughi coinvolti nel traffico viene persino impedito di fumare, perché nocivo per la salute…dei ricchi.