Pubblicato: Ven, 22 Dic , 2023

Il glifosato approvato di nuovo per altri dieci anni nonostante studi e divisioni tra i paesi membri

In un contesto di crescente preoccupazione per l’impatto dei pesticidi sulla salute umana e l’ambiente, l’Unione europea ha recentemente deciso di rinnovare l’autorizzazione per l’uso del glifosato nei suoi stati membri per altri dieci anni. Questa decisione è stata accolta con forti critiche da parte di numerose organizzazioni ambientaliste, scienziati e cittadini, che puntano il dito contro l’influenza delle potenti lobby agrochimiche, ritenute responsabili di orientare scelte politiche contro il principio di precauzione.

Il glifosato è un erbicida ampiamente utilizzato in agricoltura e giardinaggio per eliminare le erbe infestanti. Sviluppato negli anni ’70 dalla Monsanto, ora parte di Bayer, è stato commercializzato con il marchio Roundup ed è diventato il pesticida più venduto al mondo. La sua efficacia è fuori discussione, ma da anni è al centro di un acceso dibattito a causa dei suoi potenziali impatti negativi sulla salute umana e sull’ambiente.

Uno degli studi più noti a riguardo è stato pubblicato dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), un’agenzia dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che nel 2015 ha classificato il glifosato come “probabilmente cancerogeno per l’uomo”. Questa valutazione ha sollevato timori e ha spinto diversi stati membri dell’UE a chiedere restrizioni o addirittura un divieto totale del prodotto.

Tuttavia, altre istituzioni, come l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA), hanno concluso che non vi sono prove sufficienti per collegare direttamente il glifosato al cancro negli esseri umani, alimentando così la controversia e fornendo argomentazioni per la sua riapprovazione.

La decisione di rinnovare l’autorizzazione del glifosato fino al 2034 è stata presa malgrado la spaccatura tra i paesi membri. Molti stati, come la Francia e l’Austria, hanno espresso forte opposizione, spingendo per un divieto definitivo del pesticida, o almeno per l’adozione di norme più restrittive. Dall’altro lato, paesi come la Germania, l’Italia e la Spagna, dove l’agricoltura industriale e l’uso massiccio di fitofarmaci sono particolarmente diffusi, hanno sostenuto la necessità di mantenere l’autorizzazione.

L’approvazione non unanime ha messo in luce l’influenza delle potenti lobby industriali che operano dietro le quinte. Il settore agrochimico, che ha investito massicciamente in tecnologie legate all’uso del glifosato, ha esercitato forti pressioni affinché la Commissione europea approvasse il rinnovo. Le lobby hanno fatto leva su argomenti legati alla produttività agricola e alla sicurezza alimentare, sottolineando che senza il glifosato, i costi per gli agricoltori aumenterebbero e le rese agricole ne risentirebbero gravemente.

Nonostante la decisione della Commissione, gli studi indipendenti continuano a sollevare dubbi sui rischi del glifosato. Diversi ricercatori hanno evidenziato una correlazione tra l’esposizione al glifosato e l’aumento di malattie come il linfoma non-Hodgkin, problemi endocrini e disturbi riproduttivi. Inoltre, l’impatto sull’ambiente è altrettanto preoccupante: l’erbicida non solo contamina il suolo e le acque sotterranee, ma influisce negativamente sulla biodiversità, riducendo drasticamente le popolazioni di insetti impollinatori come le api.

Di fronte a tali rischi, molti cittadini e associazioni ambientaliste hanno lanciato appelli per un’agricoltura più sostenibile, libera dall’uso massiccio di sostanze chimiche nocive. Nonostante questo, le istituzioni europee sembrano aver scelto una strada che privilegia gli interessi economici a breve termine, trascurando le conseguenze a lungo termine sulla salute pubblica e sull’ambiente.

Sebbene la decisione sia ormai presa, la battaglia contro il glifosato è tutt’altro che conclusa. Molti stati membri hanno annunciato che adotteranno misure nazionali per ridurre progressivamente l’uso del pesticida, come parte delle loro strategie ambientali. La Francia, ad esempio, ha dichiarato che cercherà di eliminare completamente il glifosato entro il 2025, mentre altre nazioni stanno promuovendo alternative biologiche e pratiche di agricoltura rigenerativa.

Resta da vedere se l’UE riuscirà a conciliare l’esigenza di sostenere l’agricoltura e la produzione alimentare con la necessità di proteggere la salute pubblica e l’ambiente. Nel frattempo, la decisione di estendere l’autorizzazione al glifosato rappresenta un’ennesima vittoria per le lobby agrochimiche, capaci di mantenere il controllo su una politica agricola che, nonostante le numerose critiche, continua a fare affidamento su pratiche poco sostenibili.

Di

- Danilo Sulis, oggi presidente di rete 100 passi, è l'amico di Peppino Impastato che ha fatto proseguire il cammino di Radio Aut con la nuova Radio 100 passi. Pioniere dell'informazione libera ed indipendente è stato anche docente in corsi di "Formazione professionale continua per giornalisti" presso il "centro di documentazione giornalistica" di Roma.

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