Il Forum per l’acqua pubblica resta fuori dall’Ars
Rimane bloccata la proposta di iniziativa popolare del Forum Siciliano per l’Acqua pubblica e i Beni comuni
Se mai avessero avuto dubbi in anni di campagna promulgativa, di esser lasciati fuori dal Palazzo, i 35.000 cittadini e 135 consigli comunali firmatari della proposta di legge di iniziativa popolare sui “Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque”, ne hanno avuto conferma. Una delegazione di sindaci, sotto il nome del “Forum Siciliano per l’Acqua pubblica e i Beni comuni”, arrivata da tutta la Sicilia per presentare un atto di diffida diretto al Presidente dell’Assemblea Regionale non è stata fatta accomodare in mancanza di giacca e cravatta. Se da un canto è vero che la norma non ammetta ignoranza, la rigida applicazione della sterile prassi può sembrare emblematica. Già discussa e decaduta insieme ai governi Cuffaro e Lombardo, la proposta di legge di iniziativa popolare -sarebbe la prima della regione Siciliana- è stata legittimata dai risultati del referendum popolare del 12 e 13 giugno 2011 e ha compiuto tutto l’iter in IV commissione regionale Ambiente e Territorio in attesa di essere discussa in aula come ddl n102. Come si legge nell’atto, è stata poi integrata dal ddl n125 presentato per iniziativa parlamentare degli On. Panepinto, Maggio e Panarello, diventando, in accordo con i promotori della proposta iniziale, il testo base perché ne ricalca il testo. Quanto riportato è che il giorno prima la data di scadenza della presentazione degli eventuali emendamenti, è stato depositato e abbinato al ddl n125 il testo di legge n455 denominato “Disciplina in materia di risorse idriche”, a firma del Presidente del Governo Regionale Crocetta e del Dott. Marino, Assessore Regionale dell’energia e dei servizi di pubblica utilità .
La richiesta dei promotori del Forum di non essere abbinati al nuovo ddl “concorrente”, volto al mantenimento della gestione privata dell’acqua e considerato non in linea con le istanze di iniziativa popolare, non ha mai ricevuto risposta. Come previsto dalla prassi parlamentare il ddl n125 è stato sorpassato nelle priorità dal disegno governativo, e ha perso inoltre la possibilità di essere rappresentato dai promotori della proposta popolare perché, nel passaggio da ddl n102 a n125, diventato di iniziativa parlamentare, è rimasto ad oggi bloccato sul traguardo.
Questo in sintesi lo stato dei fatti riportato nell’atto di diffida, che altro non è il risultato degli interrogativi ancora senza risposta del Forum siciliano per l’Acqua Pubblica e i Beni Comuni nelle parole di Antonella Leto del dipartimento Beni Comuni Cgil Sicilia: «Il testo di iniziativa popolare o consiliare, in questo caso entrambi, viene assegnato alla commissione competente e se non viene discusso, deve essere iscritto al primo punto dell’ordine del giorno per la prima seduta utile. Noi chiediamo semplicemente l’applicazione di una norma di legge».