I guai degli enti della formazione professionale
Un settore nel caos di cui si chiede una riforma condivisa
La procura di Enna ha aperto un’inchiesta sui corsi di formazione svolti negli ultimi anni nella provincia, per accertarne l’effettivo utilizzo di denaro pubblico, come dichiarato dal procuratore capo Calogero Perotti. L’indagine delegata agli uomini della Guardia di Finanza sotto il coordinamento del pm Fabio Scavone, ha avuto nuovo incentivo dalle due denunce recapitate dall’avv. Sinuhue Curcuraci, rappresentate legale di diversi giovani che sarebbero stati raggirati dagli enti di formazione sotto accusa. L’inchiesta in fase preliminare sta raccogliendo tutta la documentazione del caso, che rimane al momento accuratamente sotto chiave. Da una parte viene accusato il mancato pagamento di formatori e corsisti; quest’ultimi avrebbero dovuto ricevere 7euro al giorno. Dall’altra si impugna, dopo aver seguito lezioni, svolti i tirocini e sostenuti gli esami, l’invalidità del titolo ottenuto e per cui si è tutto regolarmente pagato. Un’altra controversia sui finanziamenti in direzione degli enti di formazione.
Ma se Enna “piange” Palermo vede scendere in piazza Indipendenza centinaia di lavoratori della formazione professionale che denunciano dalle 7 alle 23 mensilità ancora non retribuite: «I lavoratori sono esasperati, il presidente Crocetta si impegni con azioni straordinarie per affrontare quella che ormai è diventata una vera e propria emergenza sociale che coinvolge 10 mila famiglie – dice Giovanni Migliore segretario Cisl Scuola con delega alla Formazione – Continuiamo a denunciare il ritardo del pagamento delle retribuzioni degli interventi formativi che sta mettendo in ginocchio le loro famiglie, la mancata erogazione dei finanziamenti della Istruzione e Formazione professionale (IeFP), ed il mancato sblocco delle fidejussioni che hanno portato all’implosione degli enti che da sempre operano in questa filiera, con la conseguente grave ripercussione sui lavoratori, ormai senza stipendi da più di 20 mesi». Queste dimostranze sono l’ultimo sfogo dopo la sfiducia manifestata on-line all’ass. Scilabra, con le firme raccolte sui social-network.