I costi della Chiesa Cattolica.
l’impero teocratico sostenuto da uno stato laico.
Città del Vaticano è il più piccolo stato sovrano del mondo, incastonato nella capitale italiana, con appena qualche centinaio di abitanti su un’estensione territoriale di 0,44 km². Emette moneta e francobolli propri, ha una tv, una radio ed un giornale quotidiano. A capo di questa piccola lenticchia, risiede appunto il Papa che esercita liberamente la sua potestà ordinaria suprema, piena, immediata e universale sulla Chiesa Cattolica di tutto il mondo. In lui si assommano i poteri legislativo, esecutivo e amministrativo. La sua giurisdizione si estende a tutte le singole chiese, a tutta la gerarchia ecclesiastica e a tutti i fedeli.Grazie al concordato tra la Santa Sede e lo Stato Italiano, dal 1929 gode di accordi e molteplici agevolazioni, che si snodano a livello politico e finanziario. Il costo della chiesa cattolica che grava sullo stato italiano sarebbe di diversi miliardi all’anno (inchiesta UAAR del 2021). Una cifra impressionante, di cui non si ha però l’esatta contezza ma solo una stima approssimativa.
Somme impegnative sarebbero tutt’ora versate dagli italiani per l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole, anche se l’Italia si dichiara repubblica laica.
Una cospicua gittata rimpingua le casse della Chiesa con l’8xmille, che comprende anche tutte le scelte non esplicitamente espresse dai contribuenti. Di questo importo, spesso vicino al miliardo, però, solo una piccola percentuale viene destinata realmente ad opere di bene, mentre lai Cei ne impiega quasi la totalità per il sostentamento del clero, costruzione di nuove chiese e gestione del proprio patrimonio.
E’ bene ricordare che ogni cittadino che presenta la dichiarazione dei redditi può scegliere la destinazione dell’8xmille del gettito irpef, tra lo Stato e le confessioni in elenco. L’assegnazione dell’8xmille è volontaria fino ad un certo punto, o meglio lo è solo se si esprime la propria preferenza. In caso contrario, anche per le scelte non esplicitate, viene comunque devoluto e poi suddiviso in proporzione a quelle espresse. Tale disposizione, L.222/1985, redatta in sede di revisione del Concordato del 1929, solleva ancora molte perplessità, tra cui l’interrogativo -mai risolto- sull’opportunità di ritenere di pubblica utilità le spese di culto.
Viene lasciata libera scelta anche per la destinazione del 5xmille, nato principalmente a sostegno della ricerca, ma poi esteso anche ad università, volontariato ed affini.
Agevolazioni fiscali e riduzioni sui balzelli statali concordati con il vaticano sono difficilmente quantificabili, così come i costi sostenuti dallo Stato Italiano per il Fondo Edifici di Culto (FEC). Tuttavia, i contributi statali sono rintracciabili in molte direzioni: per le scuole e le università cattoliche, la sanità cattolica, l’editoria cattolica, per l’edilizia di culto; finanziamenti per giubilei ed eventi.
Siamo proprio certi che tutti questi aiuti servano per il bene delle anime ?
Tra le sue risorse, il Vaticano dispone di investimenti finanziari e beni immobili, un fondo di sole donazioni, l’Obolo di San Pietro, la banca vaticana Istituto per le opere di religione (IOR), l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA) che è la banca centrale dello stato vaticano verso cui, da quest’anno, sono confluiti tutti i tesoretti della santa sede.
Secondo le più recenti inchieste, da alcuni fondi vaticani si spostano ingenti capitali verso azioni e titoli internazionali, alcuni meno in linea con i dettami religiosi, come le industrie di armamenti e farmaceutiche, produzioni cinematografiche, tra cui Man in Black 3 e Rocketman di Elton John. Si intravvedono diverse operazioni opache fatte con i soldi dei fedeli; uomini d’affari spregiudicati, faccendieri, religiosi corrotti. Contatti con la politica e la mafia, amicizie e alleanze, strategie di geopolitica.
La vicenda di Aldo Moro, politico, giurista e accademico, ucciso dall’intreccio mafioso nel 1978, riemerge in questi mesi e sembra quasi segnare una vendetta proprio contro la mala. Il suo processo di beatificazione richiesto dai familiari, scoperchia infatti un ulteriore giro di affari nella Congregazione dei santi, con truffe ricatti e corruzioni. Nella storia della chiesa è molto raro che un papa chieda ad un suo cardinale di dimettersi, ma Bergoglio manda un messaggio forte ed inequivocabile. Il 24 settembre 2020 il cardinale Giovanni Angelo Becciu viene invitato a rinunciare alla carica di prefetto della Congregazione delle cause dei santi e ai diritti-privilegi connessi al cardinalato. Becciu non era un cardinale qualsiasi, ma uno dei più potenti ed influenti della curia romana, il sostituto della Segreteria di Stato, il numero due dopo il Papa stesso nelle gerarchie vaticane. Ha gestito dossier politici e finanziari di grande rilievo, oltre l’Obolo di San Pietro per un giro di interessi miliardari. Lo stesso sembra coinvolto, assieme ad altri prelati, anche nello scandalo dell’acquisto di un immobile di lusso a Londra, un palazzo costato al Vaticano oltre 400 milioni di euro, su cui tutt’ora sta indagando la magistratura (inchiesta di Report, lo sterco del diavolo 12/04/2021).
Dedicarsi alla spiritualità e alle anime rende, un lavoro con stipendi di tutto rispetto. Papa Francesco nel 2021 con un Motu Proprio ha deciso il contenimento della spesa per il personale della Santa Sede, del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e di altri Enti collegati, risparmiando così poco più di un milione e mezzo all’anno. Un taglio dello stipendio di tutti i religiosi del Vaticano, a partire dai porporati per il 10% (che hanno una retribuzione di oltre 60mila euro) a scendere per gli altri superiori, ecclesiastici e religiosi. Poca roba, perché hanno altri e più sostanziosi benefici, come la benzina senza accise o tasse, lo spaccio senza Iva, le medicine a costo conveniente ed un’infinità di altri privilegi. Bergoglio tenta di dare un input ai suoi sacerdoti invitandoli a rivedere il loro stile di vita decisamente fuori dalle righe e dall’ascetismo. Forse si rivolge anche a politici e governanti che non toccano mai i loro lauti stipendi con benefit annessi e connessi. Ogni volta che si prende un provvedimento economico che pesa sui cittadini, bisognerebbe partire sempre dallo stipendio dei parlamentari e dalle posizioni apicali. Per quanto riguarda il Papa, la massima carica della Chiesa cattolica, egli attualmente non percepisce uno stipendio perché Francesco vi ha rinunciato.
Oggi la Chiesa nel suo crepuscolo appare una costruzione artificiosa, sempre più lontana. In completa discrepanza con le necessità della società, statica in formalismi e rigidità. Ostile al cambiamento, serrata nei suoi ranghi per difendere casta e potere. Stride la mancata credibilità di religiosi che professano la castità e la vita semplice, mentre maneggiano con anelli d’oro società offshore in tutto il mondo, sempre più spesso alla ribalta per vicende mondane e cronaca nera. Stride questa chiesa che per una messa al caro defunto chiede circa 50 euro cash. Ai fedeli è sempre stato imposto un vero e proprio tariffario per il battesimo, la comunione, il matrimonio o il funerale. Dallo scorso luglio, però, il vaticano ha deciso, seppur tardivamente, di intervenire anche qui ed abolire le tariffe predeterminate, lasciando alla spontaneità dei fedeli. L’offerta per le messe «deve essere un atto libero da parte dell’offerente, lasciato alla sua coscienza e al suo senso di responsabilità ecclesiale, non un prezzo da pagare o una tassa da esigere, come se si trattasse di una sorta di imposta sui sacramenti».
La ἐκκαλέω, ecclesia, nasceva come luogo di riunione, di condivisione, oggi invece ha orari di ufficio. Templi disponibili due ore alla mattina e poi ci si arrangia con google.
Gli anni dei roghi e dell’inquisizione sono passati, ma alcune posizioni sostenute dal vaticano sono anacronistiche e si scontrano con le piazze gremite a sostegno dell’identità di genere e dell’eutanasia, così come lo sono state in precedenza per la libertà di divorzio e dell’interruzione volontaria di gravidanza.
Un dato che salta all’occhio è il declino della fede cristiana in Europa in soli 5 anni, dal 2010 al 2015: si calcolano 5,6 milioni di cristiani in meno in Europa, e 2,3 milioni di musulmani in più (ilSole24Ore). L’Europa è ancora cristiana? Il crollo dei praticanti è netto quasi dappertutto: ne restano meno del 10% della popolazione. Ci avviamo verso un’età post-cristiana: la secolarizzazione, la nascita dello Stato-nazione, gli anni rivoluzionari del ‘68, l’impattante confronto con i paesi islamici, potrebbero esserne le cause secondo il sociologo francese Roy (L’Europa è ancora cristiana? Olivier Roy, edito Feltrinelli). Crisi di identità per il vecchio continente, incapacità della Chiesa di fare il salto dagli oratori alla rete, progresso ed individualismo, sono alcuni degli aspetti che raccontano i nostri tempi. Un’epoca strana in cui, nonostante tutto, l’86% della popolazione mondiale dichiara di credere in qualcosa, un’energia primordiale. La tendenza degli ultimi anni mostra come l’uomo moderno si stia avvicinando alla dimensione orientale, abbracciando induismo e buddismo, che sono la terza e quarta religione maggiormente diffuse al mondo. Si stima che nel prossimo ventennio l’assetto sarà prevalentemente islamico e buddista, anche per la diffusione di queste professioni nei paesi più popolosi. Respingendo in toto qualsiasi forma di violenza di qualsiasi credo religioso o politico, si auspica che l’umanità non voglia addentrarsi nelle declinazioni più integraliste e sanguinarie. Tuttavia, un cambio di direzione potrebbe rintracciarsi nella crescita del buddismo, il cui elemento di delicatezza, pace ed equilibrio lo contraddistingue da sempre.
L’umanità volge dunque lo sguardo verso un futuro innovatore, per una maggiore aderenza alla ricerca del senso dell’esistenza, per una spiritualità meno di élite e più incarnata nella vita della gente, volta più all’essenziale.