Haiti in preda al colera, l’Onu chiede aiuti internazionali
Le Nazioni Unite invocano l’intervento della comunità internazionale per salvare Haiti, da cinque anni messa in ginocchio da una epidemia di colera
Arriva in queste ore l’accorata richiesta di aiuto da parte di Pedro Medrano Rojas, vice-segretario generale delle Nazioni Unite, in merito alla drammatica situazione di Haiti, dilaniata dal colera. Obiettivo dell’Onu è quello di convincere i propri membri a cooperare per porre fine all’epidemia, tuttavia l’impresa non è facile, le altre crisi internazionali monopolizzano l’opinione pubblica e le finanze della comunità internazionale.
I dati esposti da Medrano Rojas sono tragici e allarmanti: dal 2010 il colera ha mietuto circa 9.000 vittime tra la popolazione di Haiti, mentre 700.000 sono i casi di contagio. La diffusione dell’epidemia è da ricondurre alle conseguenze del drammatico terremoto di quattro anni fa, che ha gravemente danneggiato il sistema sanitario del paese e ha favorito il proliferare di gravi malattie. Dal 2013 l’epidemia è sotto controllo, il numero dei malati si mantiene costante, ma è ancora vivo e concreto il rischio che il colera possa espandersi ad altri paesi limitrofi, come i Caraibi o la Repubblica Dominicana, dove già sono stati registrati 42.ooo casi.
Secondo le stime annunciate dal vice-segretario generale, sarebbe necessario raccogliere circa 26 milioni di dollari per riuscire ad arginare il fenomeno: l’urgenza e l’impegno che le Nazioni Unite desiderano canalizzare verso questo fenomeno ha una causa ben profonda, relativa alla responsabilità stessa dell’organizzazione internazionale in merito all’epidemia. Secondo alcuni studi condotti dal 2013, il colera è stato trasmesso alla popolazione haitiana attraverso i soldati della Missione delle Nazioni Unite per la Stabilizzazione di Haiti. L’organizzazione, evitando così di dover rispondere di tutte le vittime denunciate al Tribunale Federale di New York, si impegna a risolvere il drammatico fenomeno, nascondendo dietro la generosità i propri scheletri.