Pubblicato: Ven, 7 Feb , 2014

Guai per Grillo. A Torino chiedono 9 mesi ma è indagato anche da altre procure

Grillo rischia denunce in tutta Italia a causa di una sua esortazione alle forze dell’ordine a non difendere più la classe politica. Ma c’è di più. La procura di Torino ha chiesto una condanna a 9 mesi per Beppe Grillo, per una dimostrazione no Tav in Val di Susa
 
beppe-grillo

Il leader del M5s Beppe Grillo

La Procura di Torino ha chiesto oggi di condannare a 9 mesi Beppe Grillo nell’ambito del processo ai No Tav per la violazione dei sigilli della baita Clarea, presidio in Valle di Susa messo sotto sequestro per abuso edilizio. Il 5 dicembre 2010 durante una manifestazione dei No Tav, l’ex comico, davanti alla baita ancora in costruzione improvvisò un breve comizio e si fece accompagnare all’interno del locale, nonostante il comandante dei carabinieri della compagnia di Susa lo avesse informato che se avesse varcato la soglia della casetta avrebbe commesso un reato.  Dopo qualche minuto Grillo uscì e, davanti alle telecamere, mimò di avere i polsi ammanettati. Il processo vede imputate 21 persone per violazione di sigilli. Sono state chieste quattro assoluzioni e, per il resto, condanne fra i 18 e i 6 mesi di reclusione.

Non finiscono qui i problemi per l’ex-comico. Una serie di cittadini si sono recati, nelle settimane passate, in vari commissariati in tutto il Paese per sporgere denuncia formale nei confronti di Beppe Grillo, per il post sul blog nel quale invitava le forze dell’ordine a non difendere più i politici. La prima è stata presentata a dicembre a Roma, da parte di Luca De Vecchi e Piercamillo Falasca, che alle ultime elezioni sono stati candidati (non eletti) con Scelta Civica, insieme a Giovanni Susta, figlio di Gianluca, attuale capogruppo dei montiani in Senato.

«Abbiamo denunciato Beppe Grillo per istigazione di militari a disobbedire alle leggi, reato previsto dall’articolo 266 del Codice Penale». Un reato per il quale sono previste pene fino a un massimo di 5 anni di reclusione. Secondo gli estensori della denuncia, il leader del Movimento 5 stelle ha usato parole che «istigano i militari a disobbedire alle leggi, a violare il giuramento dato e a disattendere i doveri inerenti al loro stato», e, dunque, violano la legge.

Nei due documenti, portati dai  tre al commissariato di San Lorenzo in Lucina, a due passi dal Parlamento, si riportano le seguenti parole dell’ex comico, che ha scritto: «Vi chiedo di non proteggere più questa classe politica che ha portato l’Italia allo sfacelo, di non scortarli con le loro macchine blu o al supermercato, di non schierarsi davanti ai palazzi del potere infangati dalla corruzione e dal malaffare. Le forze dell’Ordine non meritano un ruolo così degradante».

Secondo Falasca, De Vecchi e Susta questa «è la prima di una serie di denunce al leader del M5S che nella giornata di oggi (ndr 10 dicembre ai tempi della denuncia) verranno presentate presso commissariati di polizia e caserme di carabinieri in varie città italiane» – e hanno aggiunto – «la critica politica è sempre legittima ma noi riteniamo, da cittadini, che occorra mettere un argine a questa pericolosa delegittimazione delle istituzioni, esasperata dall’incitamento ad azioni contrarie allo Stato di diritto, e così pericolosamente simile a derive anti-democratiche del passato».

La Procura di Genova ha aperto un fascicolo in seguito a un procedimento inviato da Roma, dove era stato presentato un altro esposto da parte del parlamentare e coordinatore dei giovani del PD Fausto Raciti. Il parlamentare PD ha fatto riferimento allo stesso episodio citato dagli esponenti montiani nella denuncia del 10 dicembre scorso. In seguito alle manifestazioni dei Forconi e al gesto di alcuni agenti che a Torino, Genova e Milano, si sfilarono il casco protettivo.  In quella occasione Grillo scrisse: «Alcuni agenti di Polizia e della Guardia di finanza a Torino si sono tolti il casco  si sono fatti riconoscere, hanno guardato negli occhi i loro fratelli. È stato un grande gesto e spero che per loro non vi siano conseguenze disciplinari» – e aggiungeva – «Vi chiedo di non proteggere più questa classe politica che ha portato l’Italia allo sfacelo, di non scortarli con le loro macchine blu o al supermercato, di non schierarsi davanti ai palazzi del potere infangati dalla corruzione e dal malaffare. Le forze dell’ordine non meritano un ruolo così degradante. Gli italiani sono dalla vostra parte, unitevi a loro. Nelle prossime manifestazioni ordinate ai vostri ragazzi di togliersi il casco e di fraternizzare con i cittadini. Sarà un segnale rivoluzionario, pacifico, estremo e l’Italia cambierà. In alto i cuori». Il procuratore capo di Genova Michele Di Lecce, fa inoltre sapere che Grillo risulta indagato in diverse procure, ma non nel capoluogo ligure.

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