Governo, scontro Pd-Ncd. Renzi forse già oggi al Quirinale
Aut aut del premier incaricato ad Alfano: “O resti vicepremier o ministro dell’Interno”
Matteo Renzi, si apprende da fonti del Pd, è intenzionato a salire oggi al Quirinale per sciogliere la riserva. Dopo la riunione di ieri sera tra Renzi, Delrio e Franceschini con il Nuovo Centrodestra, ad Alfano è stata imposta una scelta: ‘o vicepremier o ministro dell’interno’. “Basta con il rilancio – avrebbe detto il premier incaricato – io domani vado al Colle, fatemi sapere la vostra scelta”. Al vertice presenti anche Sc, Pi, Udc, Psi, Cd e minoranze linguistiche di Sud Tirolo e Val D’Aosta. Aperture da Schifani e Quagliarello (NCD).
In tutto questo Alfano non ha intenzione di fermarsi :”Abbiamo già il foglio Excel pronto, con l’indicazione precisa delle nostre priorità, i tempi di realizzazione e il responsabile degli obiettivi. A noi interessa mettere a punto un programma chiaro che preveda meno tasse sulle famiglie, sulle imprese, sui lavoratori. La vera priorità in questo momento è la diminuzione delle tasse”. L’appoggio al governo dovrebbe esserci ma con molti veti: no alla patrimoniale, no ad un giustizialista alla Giustizia, non vogliamo all’Economia qualcuno particolarmente affezionato alle tasse. Quindi, la questione sulla legge elettorale. “Per rendere credibile che davvero togliamo il Senato così come è – ha continuato Alfano – sarà indispensabile approvare una norma che attribuisca alla legge elettorale un vigore, una sua immediata applicabilità appena concluso il cammino delle riforme. Noi crediamo ad un governo che abbia davvero una straordinaria capacità riformatrice.
Ieri sera poi Renzi ha incontrato, insieme a Luca Cordero di Montezemolo, lo sceicco Khaloon al Mubarak, patron del Manchester City e a capo di un fondo interessato all’operazione Etihad-Alitalia, chiedendogli conferma dell’interessamento per l’operazione che riguarda la compagnia aerea italiana.
Il Financial Times intanto consiglia a Renzi di emulare le gesta del presidente messicano Enrique Pena Nieto invece di ispirarsi ai vari Obama o Blair. “Il modello migliore per Renzi è sempre in Nord America ma appena più a sud degli Stati Uniti. Da quando Pena Nieto è stato eletto ha portato avanti un’ambiziosa agenda di riforme: dalle telecomunicazioni, all’istruzione all’energia, c’è poco che il presidente messicano non abbia osato toccare.(…) Ora il Messico è decisamente tornato nel mirino degli investitori stranieri; qualcosa che anche l’Italia dovrebbe cercare di fare”. Il tutto – aggiunge il quotidiano – mediando continuamente tra destra e sinistra, governo ed opposizione.