Governo, Renzi alle prese con le consultazioni
Il presidente del Consiglio incaricato è arrivato alla Camera. Le prime consultazioni stamattina, si continua nel pomeriggio
Il premier incaricato Matteo Renzi ha avviato questa mattina alla Camera dei deputati le consultazioni con le forze politiche, in vista della formazione di un nuovo governo. Il segretario del Pd ha già incontrato Centro Democratico, i Popolari per l’Italia, Fratelli d’Italia, l’Udc e il Psi.
Il presidente del Consiglio incaricato è arrivato a piedi alla Camera, sorridente, stringendo mani ai passanti che lo salutavano, e augurando, come sua abitudine, buon lavoro ai giornalisti e agli operatori. Poi è entrato da una porta secondaria a Montecitorio, seguito da due croniste che si sono infilate con lui in ascensore. Renzi le lascia entrare, ma non rilascia dichiarazioni. Solo una battuta: «very dangerous», scherza sorridendo alle due giornaliste. Poi chiede al commesso dove si terranno le consultazioni: «Dove devo andare?». «Sala del Cavaliere – risponde il dipendente della Camera – accanto alla sala gialla». Lui sorride e dice: «Bah, non saprei». Poi prega l’assistente parlamentare di non chiamarlo «presidente», il commesso replica con un sorriso: «d’accordo, presidente incaricato».
Secondo il ministro uscente degli Affari regionali Graziano Delrio, uno dei più stretti collaboratori di Renzi in questo momento, il nuovo governo sarà pronto entro il fine settimana e aggiunge: «Il lavoro procede bene. Siamo tranquilli».
La prima delegazione incontrata nella sala del Cavaliere è stata quella di Centro Democratico, con Bruno Tabacci, Pino Pisicchio e Nello Formisano. «Abbiamo fatto gli auguri a Renzi perché ci sembra l’ultima carta che abbiamo», ha detto Tabacci, al termine dell’incontro. Secondo Tabacci il tentativo in atto «è da ritenere assolutamente utile per la dimensione dell’impatto di speranza creato nel paese ma anche per il respiro di intera legislatura. Pensare di fare delle riforme strutturali, interrogandoci ogni 15 giorni quando è che si andrà a votare, rischia di diventare un’occasione persa. Dato che dal ’94 a oggi ogni Parlamento eletto è stato peggiore del precedente, al presidente incaricato ho detto che il prossimo Parlamento potrà essere peggiore di questo. Allora tanto vale non rischiare e cantare la messa con i frati che abbiamo, cercando di fare una cosa seria, perché la politica – ha concluso Tabacci – è arrivata al limite massimo della propria credibilità».
Dopo il il Centro Democratico è stata la volta del Psi con il segretario Riccardo Nencini, che ha detto: «Renzi ha riconfermato la scaletta, con partenza immediata della legge elettorale e delle riforme costituzionali a febbraio. Per la formazione dell’Esecutivo i tempi sono quelli di una velocità ponderata». I punti su cui il segretario del Psi ha insistito sono: un «cronoprogramma» di governo e «certezza della maggioranza che sosterrà il governo nascente».
Al termine delle consultazioni la delegazione di Fratelli d’Italia sottolinea come «per la prima volta» ci sia stato un «riscontro positivo» sulla sorte dei due marò trattenuti in India. Lo ha affermato Ignazio La Russa, accompagnato anche da Giorgia Meloni, che ha dichiarato: «Non condividiamo il percorso che si sta mettendo in atto. Siamo disponibili per tutte le riforme, le valuteremo nel merito. Abbiamo contestato il fatto che si tratta del terzo governo di fila che passa sopra la testa degli italiani, non condividiamo la metodologia distante dall’idea che Renzi aveva dato di sé come una persona spinta dal consenso popolare. Le modalità di questo governo ci portano indietro nel tempo alla prima repubblica».
Ha aperto al possibile allargamento della maggioranza di governo il portavoce di Grandi autonomie e Libertà, il senatore Mario Ferrara, che al termine delle consultazioni ha dichiarato: «Il gruppo Grandi Autonomie e Libertà ha al suo interno una certa dialettica, sarà sviluppata con attenzione nei prossimi giorni, una volta letto il programma e sentita l’illustrazione che il governo farà nelle Aule del Parlamento».
La delegazione Pi-Udc, capeggiata da Mario Mauro, accompagnato da Pier Ferdinando Casini e Lorenzo Dellai ha posto delle «precise condizioni» al presidente del Consiglio incaricato: «La prima è che il governo abbia un’orizzonte di legislatura e sia concentrato sulle priorità del lavoro, delle famiglie e delle imprese. Secondo, che la legge elettorale sia logicamente e temporalmente connessa alla riforma costituzionale che superi il bicameralismo».
Nel pomeriggio il segretario del Pd vedrà Svp, Lega nord, Scelta civica e alle 19 il leader del Nuovo Centro Destra Angelino Alfano.