Goro, quando i bisognosi erano loro.
Di memoria corta gli abitanti di Goro e Gorino che hanno respinto i migranti.
Per chi non fosse ancora informato, a seguito della divisione “solidale” dei migranti tra i vari comuni d’Italia la notte tra il 24 e il 25 ottobre, 8 bambini e 12 donne sono stati bloccati da un gruppo di abitanti di Goro e della frazione di Gorino non permettendogli di trovare rifugio in un ostello del paese.
Vedere i filmati di quello che è accaduto intacca sensibilmente l’immagine di quella Romagna che tanto ho stimato. Poi osservando lucidamente i filmati, quei leghisti in tuta mimetica mi hanno tanto ricordato i soliti fascisti.
“E’ stata una presa di posizione da parte della gente che chiaramente non ha metabolizzato l’arrivo dei migranti perché è stata fatta una improvvisata”; dice a Radio Popolare il sindaco Pd. Proseguendo: “La prima reazione che si ottiene dalla gente è una reazione di stupore mista a paura”.
Di quale paura parliamo? 8 bambini e 12 donne di cui una in cinta?
Se la notizia era solo l’arrivo di migranti in ogni caso appena venuti a conoscenza che si trattava di donne e bambini i blocchi si sarebbero dovuti rimuovere…. invece?
Appare chiaro come l’evento sia stato usato a pretesto dalla lega per conquistare consensi in una regione per loro ancora poco accessibile. Lo dimostrano anche le dichiarazione trionfalistiche dei leader leghisti che nell’Emilia dei partigiani paragonano i facinorosi con chi ha fatto la resistenza.
“Lo stato a perso la popolazione ha vinto” si legge in alcuni quotidiani di parte. La popolazione italiana ha invece perso insieme ad uno stato che mentre in Europa protesta per i muri ungheresi al suo interno permette muri di pallet.
Quante volte abbiamo assistito a cariche delle forze dell’ordine che aldilà delle condizioni sono intervenute comunque per affermare un principio politicamente irrinunciabile?
Si chiamerebbero interventi per affermare il rispetto delle regole, della legalità, delle leggi antirazziste e contro le discriminazioni.
Sentendo le dichiarazioni del prefetto che non ha forzato i blocchi per non turbare l’ordine pubblico i miei ricordi mi portano alle tante cariche ingiustificate contro cortei di manifestanti che invece giustamente protestavano per rivendicare diritti, una tra le tantissime quella di Roma contro i minatori del Sulcis.
Di memoria corta gli abitanti di Goro e Gorino.
Era il 12 novembre del 1958 quando l’argine della marina di Ca’ Romanina cedette invadendo il Bonello e successivamente Goro che in poche ore fu sommersa dall’acqua. Gli abitanti, donne e bambini si misero in salvo utilizzando i loro barconi. Se non fosse per il bianco e nero delle foto alcune di quelle scene potrebbero essere scambiate per quelle dei migranti che oggi scappano da guerre e miseria spesso determinata dal colonialismo occidentale.
Gli aiuti agli alluvionati, se pur non immediati, arrivarono da tutta Italia. A Palermo c’è chi tra gli anziani, alla recente notizia del respingimento dei migranti da parte della popolazione di Goro, irritato ricorda ancora la raccolta degli indumenti e dei beni di prima necessità fatta in quei giorni dai “terroni” oggi come ieri sempre ospitali e solidali.