Gli auguri di Grillo a Napolitano
Il comico genovese torna ad attaccare il Capo dello Stato preannunciando la richiesta d’impeachment per il mese prossimo
A Natale siamo tutti più buoni. Il vecchio detto sembra adatto anche a Grillo, almeno per quanta riguarda i toni.
Il 25 dicembre è l’occasione per il comico genovese di attaccare nuovamente il presidente della Repubblica, ma questa volta i toni sono più pacati ed educati. L’invettiva contro Napolitano è presentata, nel blog pentastellato, sotto la forma di favola per bambini. Toni pacati ma contenuti forti. Grillo racconta la fiaba di un presidente-re che regnava, “quasi immortale”, nel Paese, presente da tempo immemore nei palazzi di potere era solito cambiare i suoi ministri, si credeva “indispensabile, unico baluardo prima dello sfascio della nazione, argine insostituibile” e per questo si fece rieleggere e il suo nome non poteva essere pronunciato invano, inoltre la sua voce non poteva essere udita dai magistrati. Infine questo strano sovrano, come gli altri presidenti, era solito, a Capodanno, parlare alla Nazione ma questa tradizione, spiega Grillo uscendo dal tempo indefinito della favola, nel 2013 si ripeterà per l’ultima volta. A gennaio il presidente decadrà perché il Movimento 5 Stelle presenterà la richiesta d’impeachment, definito “un atto d’amore per consentirgli di godere un meritato riposo con la sua famiglia”. Per poi chiosare con un Merry Christmas, mister President.
Il post di Grillo, al di là delle inusuali forme, riprende un vecchio cavallo di battaglia del suo movimento, l’impeachment, che sembra diventerà concreta proposta a gennaio. Già era noto che alcuni esperti del Movimento erano al lavoro per presentare alle Camere la messa in stato d’accusa ma solo oggi apprendiamo quando questa sarà pronta per essere messa in discussione.
L’impeachment, o per meglio dire “messa in stato d’accusa del presidente”, è regolato dall’articolo 90 della Carta fondamentale. Questo può essere presentato solamente in due occasioni: alto tradimento o attentato alla Costituzione. Inoltre va votato a maggioranza assoluta dei membri del Parlamento in seduta comune. In attesa di vedere cosa scriveranno i grillini nell’accusa, ad ora, a meno che non porteranno nuovi e finora segreti elementi, nonostante Napolitano abbia interpretato il suo ruolo in maniera estensiva, non sembra che abbia agito contro la Costituzione o, peggio, tradito. Come se non bastasse, si aggiunga che non ci sarebbe una maggioranza disponibile a votare l’accusa. A parte il M5S, solo Forza Italia, e neanche nella sua totalità, sembra disposta ad ascoltare, ma non si sa se a votare, la richiesta grillina.
Risulta chiaro quindi che la richiesta dei pentastellati, di dubbio fondamento giuridico e senza speranza di successo, sembra l’ennesimo episodio di una lunga campagna elettorale, nata già all’indomani delle ultime consultazioni, e che si intensificherà man mano che ci avvicineremo alle Europee. Senza tralasciare l’ipotesi di nuove e anticipate elezioni politiche in caso il governo Letta dovesse cedere sotto le pulsioni elettorali dei partiti.