Giuseppe Ayala condannato per diffamazione
L’ex pm aveva dato del «pazzo» a Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo
Il Tribunale di Milano ha condannato Giuseppe Ayala per diffamazione nei confronti di Salvatore Borsellino. La vicenda ha avuto origine alla fine del 2010, quando nel corso di un’intervista l’ex magistrato definì il fratello del giudice Paolo, ucciso dalla mafia il 19 luglio 1992, «una persona con problemi di sanità mentale», un «caso umano», paragonandolo quasi a Caino, assassino del fratello Abele.
Affermazioni inqualificabili e ancor più aberranti se si pensa che a pronunciarle è stato proprio chi, da anni, nei salotti televisivi come a teatro, si presenta come «l’amico di Giovanni e Paolo». La “colpa” di Salvatore Borsellino era stata quella di porre all’ex pm del maxi-processo alcune domande evidentemente scomode, al fine di ottenere una volta per tutte una versione definitiva, da parte di Ayala, circa il ritrovamento della borsa del giudice e la relativa agenda rossa, sparita nel giorno dell’attentato.
Ayala, infatti, ha fornito negli anni versioni contrastanti. Oltre alla questione dell’agenda rossa, c’è quella relativa al pool antimafia. L’ex magistrato sostiene di averne fatto parte, mentre Salvatore Borsellino ha sempre negato questa affermazione. Ma ai chiarimenti chiesti da quest’ultimo, Ayala ha preferito dargli del pazzo. Circa due anni dopo è scattata la querela nei suoi confronti e nella tarda mattinata di ieri è arrivata la sentenza: oltre alla condanna per diffamazione, Ayala dovrà pagare 2mila euro di multa, più le spese processuali e il risarcimento di 15mila euro nei confronti della famiglia Borsellino.