Futuro sostenibile, l’Italia scenda in campo e giochi la partita. Lo chiede l’ASviS.
A Roma, presentato il quarto Rapporto dell’ ASVIS che monitora i passi fatti verso gli obiettivi dell’Agenda Onu 2030. Migliorati 10 obiettivi su 17, ma ora tutto il Paese è chiamato a fare massa critica per la trasformazione reale ed il governo Conte a votare la “carbon neutrality” anche in sede BEI.
Dieci obiettivi su diciasette dell’Agenda 2030 dell’Onu, sottoscritta anche dall’Italia, sono più vicini negli ultimi due anni, ma occorre iniziare a mettere a sistema tutte le strutture, gli enti pubblici e privati, le scuole e l’informazione per far avanzare concretamente le politiche per uno sviluppo sostenibile del pianeta. Così Enrico Giovannini, il presidente di Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, un soggetto collettivo, nato il 3 febbraio 2019, che ad oggi vanta l’adesione di 220 organizzazioni ed il contributo di 600 esperti, ha lanciato il suo appello ieri dal palco dell’Auditorium a Roma, presentando il quarto Rapporto annuale davanti alle più alte cariche dello Stato (il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, il ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri ed il commissario europeo, Paolo Gentiloni, in collegamento da Bruxelles) ed un decalogo al Governo di Giuseppe Conte per attivare, senza esitazioni, lo sviluppo sostenibile e votare la carbon neutrality anche in sede BEI (Banca Europea Investimenti). L’Europa, infatti, ha le leggi più avanzate, ma deve attivare ancora le politiche e sembra che questa volta, con la guida della commissaria europea Ursula von der Leyen sia stata inserita davvero una marcia in più fin dal suo discorso programmatico per una European Green Deal. La commissaria europea, infatti, avrebbe, già inviato, una lettera a tutti i ministri e viceministri UE, per responsabilizzarli a dare alle loro politiche l’impronta, ispirata agli obiettivi dell’Agenda ONU. La stessa azione è stata chiesta, in Italia, a Giuseppe Conte, dall’ Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile per rafforzare la cabina di regia ed il coordinamento delle azioni politiche dei ministeri italiani. Solo così si potrà accelerare l’unione dei tanti puntini che devono contribuire a fare massa critica, ma i puntini si spostano continuamente e l’abilità sarà nel valutare tutta questa complessità, ha sottolineato Giovannini. L’Italia, eppur si muove, migliorando tra il 2010 ed il 2017 su 10 dei 17 punti dell’Agenda 2030, ma ha anche un andamento peggiorativo ed altalenante su alcuni obiettivi, come: la povertà assoluta e relativa (obiettivo1 ), che registrano il valore più alto di tutta la serie storica e tra gli individui in povertà assoluta (i giovani tra i 18 ed i 34 anni che sono 1 milione e 112 mila). L’obiettivo 8, che vanta, per così dire, Il valore più elevato dal 2005, l’indice di deprivazione materiale è superiore di 3,5 punti rispetto alla media europea, perché la crescita economica duratura, inclusiva peggiora in seguito al ciclo economico sfavorevole, con la quota più alta di giovani (NEET), pur diminuendo gli infortuni mortali sul lavoro. Rispetto all’ obiettivo 11, le città e gli insediamenti umani sono poco inclusivi. Infatti, peggiora l’indice di abusivismo edilizio, che cresce di otto punti percentuali rispetto al 2010. Altalenante (obiettivo 14) la conservazione delle risorse marine e degli oceani a causa dell’aumento dell’attività di pesca e del sovrasfruttamento degli stock ittici. Mentre, ondivago il tema del territorio (obiettivo 15), che è sempre più frammentato ed il suolo impoverito, anche se l’abbandono delle campagne ha incrementato l’indice di boscosità. Per quanto riguarda, poi, l’obiettivo 16, la promozione di società pacifiche e più inclusive per lo sviluppo sostenibile è molto negativo fino al 2014, a causa del sovraffollamento delle carceri e della quota di detenuti adulti in attesa di giudizio, ma diminuisce il tasso di criminalità (il numero di omocidi è il più basso d’Europa).