Facebook si prepara a diventare una banca
L’anno scorso l’azienda di Zuckerberg ha gestito 2,1 miliardi di dollari di transazioni, adesso guarda con interesse al mercato mercato delle rimesse verso i Paesi emergenti
Mark Zuckerberg vuole continuare l’opera di diversificazione della sua creatura e dopo le foto di Instagram, la chat di Whatsapp e la realtà aumentata di Oculus, nel suo personalissimo tabellone del Monopoli vuole aggiungere i servizi finanziari di una banca. Nonostante da Facebook arrivino “no comment” sulla questione, il Financial Times sostiene che manchino poche settimane prima che il social network ottenga dai regolatori di mercato in Irlanda l’autorizzazione per offrire il servizio di deposito virtuale del denaro ai propri clienti. L’approvazione irlandese porterebbe a profili Facebook nei quali si possa depositare denaro, effettuare pagamenti e trasferire somme tra gli iscritti al social network più diffuso al mondo. Negli Stati Uniti Facebook possiede già un’autorizzazione per alcuni tipi di trasferimento di denaro, per l’acquisto delle app interne e soprattutto per i giochi che hanno portato Zuckerberg a gestire nell’anno appena passato 2,1 miliardi di dollari garantendosi una commissione del 30%.
Adesso l’obiettivo principale di Facebook, sempre secondo il Financial Times, è quello di diventare un utility nei Paesi emergenti, intercettando i flussi di denaro che gli emigrati mandano a casa. Se si pensa che soltanto in India Facebook conta più di 100 milioni di clienti e che dalla sola Italia ogni anno partono più di 7 miliardi destinati ai Paesi d’origine degli emigrati, si può facilmente comprendere il grande potenziale dell’operazione che Zuckerberg vuole compiere. Per realizzarla sembra abbia contattato tre start up londinesi (TransferWise, Moni Technologies e Azimo) che offrono servizi internazionali di trasferimento di denaro online, proponendo 10 milioni di dollari al co-fondatore di Azimo per ingaggiarlo in qualità di direttore dello sviluppo del prodotto.
La velocità con cui si diffonde Facebook nei Paesi emergenti giustifica in termini economici l’operazione, ma resta una grande incognita, resa più ingombrante dal recente bug Heartbleed: la sicurezza. Se Facebook riuscirà a convincere i consumatori ad affidargli il proprio denaro, questi permetteranno a Zuckerberg di aggiungere tra le proprietà in possesso una carta “banca”, contribuendo alla vittoria del suo personalissimo Monopoli, reale e su scala mondiale.